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→  giugno 25, 2020


La riforma della giustizia è imprescindibile, ma è la più difficile. Meglio cimentarsi con cose che non riguardino la pubblica amministrazione come la produttività delle imprese e gli investimenti in infrastrutture. A cominciare dalla scuola

Chiuso il “casino”, tornati silenziosi saloni e giardini, può essere interessante mettere a confronto le conclusioni tratte dall’interno con i suggerimenti che in corso d’opera venivano elargiti all’esterno. In generale vale per gli uni e le altre quello che veniva in mente leggendo, sul Foglio del 17 giugno, “Cambiare l’Italia si può” di Guglielmo Barone, Marco Percoco e Carlo Stagnaro: un titolo da fantascienza, un contenuto o ragionevolmente plausibile (per lo più) o molto rigoroso per evitare di “trasformare gli aiuti europei in clamorosi boomerang”. Ed è proprio su questo che conviene ragionare.

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→  giugno 23, 2020


Quella che per lui sarebbe una pars construens, fare un’unica società della rete in fibra ottica, in mano pubblica, e rinazionalizzare Tim, ne è invece la pars destruens di una delle poche grandi aziende del Paese

Beppe Grillo non è mai stato tenero con Telecom Italia: intorno al 2010 ne frequentava le assemblee; una sera Santoro mi invitò ad Annozero per discutere con lui di una questione di immobili che l’incumbent di telecomunicazioni stava vendendo. È quindi con una certa sorpresa che si è letto la sua accusa, anzi condanna, com’è nel suo stile, contro Open Fiber, il concorrente creatole da Renzi nel 2014.

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→  giugno 16, 2020


di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

L’esempio del Veneto e una traccia per il futuro. Sarebbe stato possibile produrre “più dati” e sottrarre un po’ di spazio all’incertezza? E’ tempo della politica, non delle procure

A Nembro e nella Valseriana bisognava chiudere tutto? Farlo spettava al governo o alla regione Lombardia? Questione delicatissima: in quanto conflitto di attribuzioni tra poteri dello stato, quasi da Corte costituzionale; in quanto prefigura la possibilità di una responsabilità del premier, rasenta le competenze del tribunale dei ministri; ma soprattutto, come scrive Claudio Cerasa sabato, “dice molto su una grande anomalia del paese, l’incapacità da parte dell’opinione pubblica di difendere con gli artigli il principio della separazione dei poteri”.

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→  giugno 5, 2020


Al direttore.
Se, scaricata la app Immuni, ricevo il messaggio di essere stato a contatto con un infetto, mi viene richiesto di isolarmi e di fare un tampone. Per questo, mi dicono, si deve attendere 10 giorni; se poi dovessi farne un secondo, altri 10. Ovvio che in tal caso non scarico la app. Dopo le mascherine, dopo i tamponi, adesso la app: sfiducia anche per Speranza. Quindi: (Bona)Fede, Speranza e (per)Carità?

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→  maggio 23, 2020


Al direttore.

Se abuso ancora della sua ospitalità è perché, su quello che è diventato il “caso” Fca, per un saggio Prodi e le sue equilibrate parole, sono tanti, anche insospettati, che nei talk-show (per non parlare della politica) ripetono cose inesatte o insensate.

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→  maggio 21, 2020


Il decreto segue, come dice Sabino Cassese, una logica risarcitoria dei danni provocati dalle misure imposte dal governo per contenere la pandemia: quindi dovrebbero contare dove sono le fabbriche e gli operai, non la sede legale.
Ma quando i problemi reali sono così tanti e tanto difficili da risolvere, inventarsene uno inesistente dove sfogare i propri istinti anti-industriali deve essere, per alcuni, una piacevole distrazione.