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→  maggio 25, 2000


Perché, in queste prime settimane del suo nuovo governo, non sembra che Giuliano Amato stia ripetendo il “miracolo politico” che seppe offrire al paese tra il 92 e il 93? A chiederglielo è un centrosinistra sconfitto alle regionali, in cerca di formule che non lo facciano esplodere, e in cui – temo – il verbo riformista rischia di annegare tra tensioni neocentriste e sinistra antagonista. Il rischio di ridursi a un governo debole e rissoso è sotto gli occhi di tutti. Ho l’impressione, allora, che si debba partire proprio dall’aspra e impropria requisitoria di Antonio Di Pietro in Senato.

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→  maggio 11, 2000


Se fosse vero quello che ambiguamen­te fanno intendere i sindacati, e cioè che con il referendum si legalizzano i licenziamenti ingiustificati, ovviamente voterei No. Invece così non è, il divieto di licenziamenti antisindacali o discriminatori rima­ne in vita esattamente come prima; abrogando l’arti­colo 18 dello Statuto dei lavoratori si leva solo ai giu­dici il compito di stabilire se è vero o no che un’azien­da non ha più lavoro da dare, e quindi il potere discre­zionale di ordinare il reintegro del lavoratore licenziato: magari dopo due anni di incertezze per tutti.

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→  maggio 11, 2000


Sull’e-mail inviata da Giuliano Amato al premier inglese

Giuliano Amato in prudente attesa del voto ascolta parlamentari della maggioranza e dell’opposizione che si alternavano ai microfoni. Ogni tanto scriveva una frase sul foglio davanti a sé. Dalla minuta recuperata da un cestino, si è accertato che non si trattava di appunti, bensì di una bozza della e-mail che la sera avrebbe voluto inviare al premier britannico, il suo amico Tony Blair.

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→  maggio 9, 2000


II dibattito pubblico che si è andato sviluppando intorno alla vicenda Umts, gli argomenti usati per difendere il primitivo progetto di assegnazione delle licenze, forniscono interessanti spunti di riflessione. Nel dibattito è possibile distinguere due fasi, una precedente e l’altra seguente la dichiarazione di Amato, che, nel discorso per la fiducia, fissava un limite inferiore — 25.000 miliardi — per le 5 licenze in palio.

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→  aprile 18, 2000


I 2500 miliardi riscossi dagli abbonati creerebbero problemi di concorrenza sui nuovi mercati

Per tutti i produttori di contenuti la net economy costituisce una discontinuità. In alcuni casi è una discontinuità rappresentata dal­l’ingresso in nuovi mercati: da Bertelsmann a Mediaset, da Hachette al gruppo Espresso sono molti i fornitori di contenuti che puntano a diventare anche fornitori di servizi. In altri casi la discontinuità riguarda la proprietà che passa di mano grazie alle immense risorse finanziarie rese accessibili alle internet companies: è il caso di Time-Warner acquistata da Aol o di Broadcast.com pas­sata a Yahoo! Il mutamento investe con forza anche Rai, la maggiore società editoriale italiana, e la porta fuori dal suo tradiziona­li perimetro di attività, la televisione generalista, verso nuove aree operative dove la competizione è più acuta di quella codificata nel duopolio, la creazione di valore si svolge secondo criteri differenti e gli attori sono più numerosi e dotati di tasche molto profonde.

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→  aprile 13, 2000


Con e-Biscom era la fuga d’amore; con Wind il matrimonio combinato; ora con Telecom dovrebbe essere un’unione per interesse.
La RAI continua a cercare un partner per allargarsi in campi al di fuori della sua attività istituzionale, radio e televisione.

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