→ aprile 4, 2002
Sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite
Non interessa più alle grandi imprese; non interessa alla Confcommercio; ne farebbero volentieri a meno ampi settori della maggioranza; sono messi in un angolo coloro che a sinistra avevano avanzato proposte per il suo superamento: sul campo di battaglia dell’art. 18 si contano le perdite.
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→ marzo 30, 2002
Una tradizione della sinistra
da non dimenticare
C’è molto da discutere sulla lettura che Angelo d’Orsi ha dato del riformismo sulla Stampa di mercoledì.
Tenuto a battesimo da Bernstein, diventato maggiorenne con la Rivoluzione del ’17, il riformismo si ritroverebbe d’un balzo, maturo e pensoso, nel primo centrosinistra, per finire, snaturato in metamorfosi nominalistiche, decostruito in “convulsi progetti”, fungibile per Berlusconi come per “frange del centrosinistra”.
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→ marzo 29, 2002
La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica
“Come ci si sente adesso dalle parti di voi riformisti?” mi chiede malizioso il mio interlocutore “se ha vinto Cofferati, voi siete stati sconfitti”.
Tocca allora dare una risposta chiara. La soddisfazione del riformista è grande per il successo di una manifestazione della propria parte politica, fatta da gente di cui condivide alcuni obbiettivi, diverse preferenze e non poche ostilità. Per essere piena, la soddisfazione ha bisogno però di essere reciproca.
E cioè che anche leader e militanti che hanno riempito il Circo massimo non sentano il riformista come una presenza ingombrante ed estranea.
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→ marzo 27, 2002
Tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di interventi disciplinari
Caro direttore,
tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di “interventi disciplinari”. Tanto meno sull’Unità. Non non li ho quindi mai ipotizzati, come invece sembrerebbe dalla dichiarazione attribuitami nel box a pag. 4 del Corriere di ieri.
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→ marzo 24, 2002
Intervista di Giuliana Ferraino
«Un chiodo troppo piccolo a cui appendere una manifestazione troppo grande». E’ l’immagine che Franco Debenedetti usa per sottolineare la «sproporzione» che osserva tra la reale portata delle modifiche che il governo vuole introdurre per modificare l’articolo 18 e l’entità della protesta. Il senatore diessino, a suo tempo autore di una progetto di riforma dell’articolo 18, vede però, due conseguenze della dimostrazione organizzata dalla Cgil ieri a Roma. La prima per il sindacato, che «impostando tutta la protesta sulla difesa assoluta di un diritto, rinuncia ad essere protagonista nelle riforme importanti». L’altra per la sinistra, che «si ricompatta e trova un leader, ma su una linea che ben difficilmente le consentirà di ritornare a governare questo Paese». Anche il governo, però, esce sconfitto dallo scontro, perché «si è infilato in un vicolo cieco, senza saper affrontare i grandi temi per modernizzare il mercato del lavoro».
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→ marzo 21, 2002
Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi
Sono i riformisti in questo Paese a essere uccisi. Studiosi animati dalla convinzione appassionata che sia possibile un percorso di razionalità per adeguare il mondo del lavoro ai cambiamenti delle tecnologie e delle conoscenze, per dare sicurezze e premiare il merito, per fornire garanzie e favorire lo sviluppo.
Che mettono a disposizione dei governi i loro saperi accumulati in anni di studio, e che per questo corrono il rischio di cadere sotto i colpi assassini, su un marciapiede, accanto alla borsa con le tracce dei loro pensieri. E’ un’ingiustizia che rivolta. Così l’orizzonte delle riforme possibili si restringe, e diventano più fioche le voci che lo propongono.
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