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→  marzo 10, 2003

il_riformista
Generali. Le banche e gli assetti proprietari

Nella vicenda della scalata di Unicredito a Generali è necessario innanzitutto sgombrare il campo da un argomento pretestuoso. Questa non è una querelle des anciens et des modernes. Questa non è la battaglia che vede schierata da una parte la finanza moderna, anglosassone, quella delle public company, dove la proprietà è separata dal controllo e questo va ai manager in virtù dei loro buoni risultati; e dall’altra la finanza medievale, delle azioni che si pesano e non si contano; degli incroci con cui gli azionisti privati di Mediobanca, con i soldi degli azionisti bancari e del parco buoi, mantengono il controllo delle loro aziende con un minimo di capitale.

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→  marzo 8, 2003

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Capitalismo e mercato

Perché in Italia non riescono ad affermarsi le public company? Realizzando la separazione tra proprietà e controllo, consentono di superare i limiti che la disponibilità di risorse del controllante pone alla crescita dell’impresa. Capire perchè a noi manchi questo strumento di sviluppo, è quindi pertinente al tema della competitività, che è il centro dell’intervista del Presidente di Confindustria. La spiegazione va cercata nella politica – sostiene Marc Roe nel suo ultimo libro, Political Determinants of Corporate Governance (Oxford University Press, 2003) – nel modo in cui essa influenza i rapporti tra sistemi legislativi, concorrenzialità dei mercati, e struttura d’impresa.

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→  febbraio 28, 2003


Così, pian piano, l’ex leader della Cgil sta cambiando il volto dell’Ulivo

“Le accuse scatenate contro chi ha votato anche la mozione di Rifondazione sono una polemica priva di ragione, scatenata all’interno dell’Ulivo. Francamente, trovo che i liberal DS abbiano usato parole sgradevoli e offensive”. Così Sergio Cofferati nell’intervista a l’Unità di domenica 23 Febbraio. Che sull’Irak 31 senatori abbiano rotto l’unità dell’Ulivo, non è per lui motivo di preoccupazione. E che l’abbiano fatto votando due documenti, di cui uno dice il contrario dell’altro, è per lui solo “un corollario”.

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→  febbraio 26, 2003

il_riformista
Conflitto d’interessi. L’anomalia irrisolvibile per legge

La legge Frattini sul conflitto di interessi, approvata al Senato e che riprende il suo iter alla camera, è una legge inutile. Infatti il conflitto di interessi consiste nell’essere Berlusconi sia presidente del Consiglio sia proprietario di metà del sistema televisivo italiano. Questo è il nodo da sciogliere: se Berlusconi vuol farlo, non ha bisogno che glielo comandi una legge approvata dalla sua maggioranza; e se non vuole, non farà passare nessuna legge che glielo imponga.

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→  febbraio 15, 2003

il_riformista
La guerra in Iraq

La sinistra di governo, giudicherebbe “legittima ma sbagliata” una guerra con mandato dell’ONU (Massimo D’Alema); al massimo arriverebbe a “inchinarsi alle decisioni dell’ONU” (Giorgio Napolitano). Il mandato dell’ONU è dunque la linea di difesa che essa oppone al “no senza se e senza ma”, quello del pacifismo dichiarato e quello dell’antiamericanismo sottinteso.

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→  febbraio 7, 2003


Non passa dall’antiberlusconismo la strada dell’Ulivo per vincere le elezioni

E se il destino di avere due sinistre non toccasse solo all’Italia? Due sinistre, non nel senso di un’ala più radicale che convive accanto ad un’aggregazione che controlla il partito e ne definisce la linea politica; ma due parti, ciascuna delle quali pensa di avere la maggioranza dei consensi tra gli elettori di sinistra. Di fatto, oggi che guerra e crisi economica sottopongono i partiti dell’Europa continentale a tensioni laceranti, se andiamo a contarle, nei quattro maggiori paesi d’Europa, sono almeno sei le diverse sinistre che si possono distinguere.

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