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→  giugno 9, 2004

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In cinque giorni, dall’Assemblea di Confindustria a quella di Bankitalia, e con la crisi al vertice Fiat, tutti i problemi del nostro capitalismo sono stati simultaneamente sotto i riflettori.

“Non esiste alcun male oscuro né alcuna maledizione che ci impedisca di crescere… Si scongiura il declino facendo dell’innovazione un’ansia continua, investendo di più”. Così Luca Cordero di Montezemolo nel suo primo discorso agli industriali. Altro che ritardo nella deindustrializzazione, come scrive il Financial Times di mercoledì scorso, non è questo il problema del paese.

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→  maggio 30, 2004

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È stato un esempio di uomo-azienda, migliore espressione dell’industria familiare

Umberto aveva due motociclette bellissime, una Bmw e una Sunbeam. Moto di grande cilindrata, ragazze e compagni di studi lo guardavano ammirati. A volte mi dava uno strappo a scuola sul sellino di dietro. Frequentavamo tutti e due il collegio San Giuseppe in via San Francesco da Paola».

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→  maggio 26, 2004

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Crisi irachena, il prezzo da pagare

“Finché non sarà riformata [l’Onu] rimarrà di fatto il luogo di confronto e di scontro delle grandi potenze”, ricorda Gian Enrico Rusconi ai pacifisti ingenuamente persi dietro al mito di un governo mondiale. E’ proprio in base alla più tradizionale logica dei confronti e scontri tra grandi potenze che a Washington verrà chiesto “un prezzo da pagare” per uscire dalle sabbie irachene in cui si è cacciata con la sequela di errori compiuti dopo la liberazione di Bagdad.

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→  maggio 21, 2004

lastampa-logo “Mi guida in questo momento una opposizione appassionata alla guerra in Iraq”. Furio Colombo è esplicito sulla ragione che lo spinge a ripubblicare oggi gli articoli su Kennedy che aveva già raccolto in volume 40 anni fa (L’America di Kennedy, Baldini Castoldi Dalai , aprile 2004, €14,40). L’America vera, l’America che per le sue “eccezionalità” è un paese diverso da ogni altro, è per Colombo quella del Mayflower, dei Federalist Papers, ammirata da Tocqueville e realizzata nella breve presidenza di John Fitzgerald Kennedy. “Don’t let it be forgot/ that once there was a spot/ for one brief, shining moment/ that was known as Camelot“. A distanza di tanti anni, le sue pagine conservano intatta la freschezza della passione con cui furono scritte.

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→  maggio 21, 2004


Dietro le foto di Abu Grahib

“L’America ha un problema di immagine nei confronti del Medio Oriente: questo non ha certo bisogno di essere dimostrato”. Così Fareed Zakaria sull’ultimo numero di Aspenia. Quanto le fotografie uscite dal carcere di Abu Graib abbiano peggiorato quell’immagine, potrebbe addirittura essere quantitativamente misurato. L’effetto più devastante, tra i popoli musulmani, penso l’abbiano avuto proprio le fotografie meno trucide, quelle che, più che le sofferenze dei prigionieri iracheni, mostrano l’irridente indifferenza dei loro carcerieri.

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→  maggio 15, 2004

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Anche in Irak, i vuoti della politica prima o poi si riempiranno. Oggi si possono solo individuare gli scenari estremi entro cui si collocherà il futuro del paese.

Anche in Irak, i vuoti della politica prima o poi si riempiranno. Oggi si possono solo individuare gli scenari estremi entro cui si collocherà il futuro del paese. Uno, in cui gli alleati assicurano l’ordine pubblico, si instaura un governo legittimo, e l’Irak conosce stabilità, convivenza tra etnie, confini presidiati. All’estremo opposto, uno in cui gli USA abbandonano l’Irak al suo destino, esplode la guerra civile; e, poiché non c’è mai limite al peggio, la caduta della monarchia saudita, un colpo di stato in Pakistan, il prezzo del petrolio a 60 $ al barile. Uno scenario in cui non sarebbe neppure più possibile un intervento umanitario dell’ONU.

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