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→  gennaio 14, 2005

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L’unica strada per Torino è quella di creare un’azienda con meno ambizioni

Nella vicenda Fiat Auto, l’attenzione è concentrata a prevedere l’esito della partita che ha per posta l’opzione put. Atteggiamento giustificato per i risparmiatori, data l’influenza che esso ha sui corsi di borsa. Un po’ meno per la politica: l’esito di quella partita è infatti senza significativa influenza sulle conseguenze, economiche e sociali, della crisi Fiat per il Paese.

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→  gennaio 11, 2005

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Quirinali – Il vero destinatario del messaggio

L’ormai famosa frase sugli “Harry Potter della componente moderata del centrodestra” potrebbe essere presa ad esempio di effetto inintenzionale delle azioni intenzionali. Per causa di quella frase, la maggior parte dei commenti all’intervista di Massimo D’Alema su Repubblica di sabato scorso hanno finito di polarizzarsi sulla polemica con Marco Follini e l’UDC, mentre sono finiti nel cono d’ombra i suoi aspetti più rilevanti: il fatto che l’ha generata e il soggetto che ne è il destinatario.

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→  gennaio 7, 2005


Non bisogna cambiare il leader, bensì le logiche che governano la coalizione ulivista

A narrare delle convulsioni al vertice del controsinistra c’è addirittura una rubrica di Paolo Franchi sul Corriere della Sera. E’ quindi comprensibile che ci sia chi si domanda se le cose non andrebbero meglio cambiando il leader.

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→  gennaio 2, 2005

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La Rai oggi è pubblica, rimarrrà di controllo pubblico anche dopo la vendita, prevista dal Governo, di una quota di minoranza.

La Rai oggi è pubblica, rimarrrà di controllo pubblico anche dopo la vendita, prevista dal Governo, di una quota di minoranza. Non sarebbe quindi una novità se Prodi, con la sua lettera al Corriere della Sera del 30 Dicembre, si fosse limitato a dire “Allo Stato il servizio pubblico”. La novità è: “ Ai privati la RAI commerciale”.

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→  dicembre 16, 2004

il_riformista
Il saggio di Salvati è bellissimo, però propongo un finale diverso dedicato a Romano Prodi

Per aver scritto che il premio al merito è un valore della sinistra, perché il merito è il motore dell’ascensore sociale (Corriere della Sera “Tasse, prendiamo Berlusconi sul serio o non lo batteremo”, 2 dicembre 2004) mi sono preso la reazione scandalizzata di un amico giornalista, certo non di centrosinistra, secondo cui il merito mai e poi mai è stato una categoria della sinistra. E quella di riprovazione di un altro amico giornalista, questo decisamente di sinistra, secondo cui il merito non deve essere una categoria della sinistra, anche per evitare di rincorrere l’ideologia berlusconiana.(Per la cronaca dirò che, a giudicare dai commenti, nessun mio articolo è riuscito a determinare tanti consensi per il centrosinistra).

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→  dicembre 14, 2004

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A un anno di distanza dal passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, una rivisitazione dei punti oggetto di polemica: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione

A un anno di distanza dal cruciale passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, può essere utile rivisitarla nei punti che erano stati oggetto di più vivaci polemiche: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione.

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