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→  aprile 10, 2021


Al Direttore.

“In the future everyone will be world-famous for 15 minutes”. Parafrasando il detto warholiano, d’ora in avanti ogni azienda sarà strategica per 15 giorni (il tempo di applicare il Golden power).

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→  aprile 7, 2021


di Carlo stagnaro e Franco Debenedetti

La gestione privata è il bene da preservare, distinguendo tra gestore e controllore. Nella concessione i difetti della governance. Una soluzione possibile: Aspi al Tesoro e non alla Cassa.

La nazionalizzazione di Autostrade appare ormai un passaggio obbligato. Sarà temporanea ed esplicita, o permanente e non dichiarata? La scelta che farà Mario Draghi avrà effetti di lungo termine: per gli assetti industriali del paese e per il giudizio sul suo governo. Attualmente, il pallino è in mano agli azionisti di Aspi: entro metà maggio l’assemblea dovrà esprimersi sull’offerta della Cassa depositi e prestiti. Se verrà accettata, il governo ancora una volta si troverà impiccato a scelte compiute prima del suo insediamento. Quella che noi consideriamo la via maestra – intervenire sulla governance e le regole del settore, senza interferire con gli assetti proprietari – appare difficilmente percorribile. Per un motivo politico: il Movimento 5 stelle fa del cacciare i Benetton un tema identitario. E per un motivo economico: la revoca della concessione ad Aspi impone penali proibitive. Anche se, finora, Aspi non ha impugnato decisioni ben più gravi, come la revisione retroattiva delle penali: se l’assemblea dicesse no alla Cassa, e il M5s facesse buon viso a cattivo gioco, non è detto che non si potrebbe arrivare alla revisione della concessione senza esborso di denaro dei contribuenti.

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→  marzo 31, 2021


Stato & Mercato

C’è voluto del tempo per smaltire, almeno in parte, il populismo, cresciuto parossistico sulla tragedia del crollo del ponte di Genova. Alcune criticità sono diventate evidenti e rimediabili: ad esempio quella dei margini molto elevati che le precedenti concessioni lasciavano al concessionario, in via di risoluzione man mano che i metodi tariffari convergeranno verso lo standard definito dall’Autorità. Altre risentono ancora di quella temperie: ad esempio quella relativa agli assetti proprietari, dove sembra prevalere l’idea di fare acquistare ASPI da CDP. Lungi dall’essere una soluzione, sarebbe invece un grave, duplice errore: perché così il perimetro dell’intervento dello Stato si amplierebbe significativamente, inglobando una struttura privata rilevante per dimensione e per importanza. Ma soprattutto perché verrebbe fatta passare come risposta ai problemi sistemici che il crollo ha messo in luce. Sistemici, perché Genova non è il solo caso di crollo verificatosi sulla rete stradale, anche là dove non era di proprietà privata. Perché si verificano i crolli? Che cosa si deve fare per evitare il che si ripetano? A queste domande la nazionalizzazione non offre risposte.

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→  marzo 25, 2021


Il ruolo dello Stato e il perimetro dei suoi interventi dovranno essere valutati con attenzione». È Mario Draghi a dirlo, il 17 febbraio, nel discorso in cui chiede la fiducia al Senato. E a quanti credono che il mercato assicuri prosperità ai Paesi e libertà ai loro cittadini si è allargato il cuore: per un governo che «nasce nel solco dell’appartenenza all’Unione Europea», il valutare «con attenzione» può solo voler dire, se non ridurre, almeno non aumentare il «perimetro dei suoi interventi» che già fa dell’Italia un’anomalia in Europa. E invece sull’agenda dell’esecutivo incombono due problemi di tale portata che, se dovessero portare a ulteriori ampliamenti dei perimetro di intervento dello Stato farebbero dell’anomalia un’alterità. Si tratta della rete a banda ultra larga, e delle autostrade. Parafrasando Indro Montanelli, in questo articolo si parla solo del primo.

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→  marzo 20, 2021


Caro Direttore,

“Elisir di sì perfetta,/di sì rara qualità,/ne sapessi la ricetta,/conoscessi chi ti fa!”
Pfizer o AstraZeneca? Turbati, già se lo chiedevano Felice Romani e Gaetano Donizetti.

→  marzo 18, 2021


Gli attacchi a un’azienda quotata da parte dei fondi attivisti sono sempre interessanti, a volte eccitanti: per gli azionisti, perché nell’aspettativa di successo il corso del titolo in Borsa sale, e per il pubblico in generale, perché a essere messe alla prova sono strategie e assetti di comando consolidati nel tempo. L’attacco portato alla Danone dai fondi attivisti Bluebell Capital Partners e Artisan Partners lo è anche per una serie di motivi ulteriori: perché Danone è un’azienda francese, e in quel rigido mondo imprenditoriale questo tipo di attacchi è piuttosto raro; poi perché gli yogurt Danone e Activia, e l’acqua minerale Evian ci sono familiari; e infine perché alla guida di Bluebell ci sono gli italiani Francesco Trapani (amministratore delegato di Bulgari quando venne venduta alla Lvmh di Bernard Arnault), Giuseppe Bivona e Marco Taricco, una squadra che ha già agitato i sonni dei manager di Lufthansa e Hugo Boss.

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