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→  luglio 20, 2006

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Caro Direttore,

la legge italiana offre alle oltre 600 stazioni televisive la possibilità di investire nel digitale terrestre. Oggi trasmettono in digitale 10 reti nazionali controllate da 6 diverse società. Tre di esse (D-Free, L’Espresso, H3G) sono nuovi entranti nel mercato TV. Inoltre la legge impone a RAI e Mediaset di cedere a terzi il 40% della loro capacità trasmissiva. L’Inghilterra invece, a quanto riferisce il Corriere Economia, impone alla BBC, che ha ricavi di poco inferiori alla somma di RAI più Mediaset, di investire nel digitale, e la finanzia con un aumento del canone. Ma per Bruxelles è l’Italia quella che deve essere messa sotto accusa perché perpetua anche nel futuro digitale le posizioni dominanti del presente analogico: e il Governo italiano annuisce. Gratia violentia?

senatore Franco Debenedetti

→  luglio 17, 2006

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Il rischio c’è. E giustifica il profitto

Se non c’ è rischio, non ci deve essere profitto: e siccome nel gestire infrastrutture – elettrodotti, metanodotti, reti ferroviarie – “il rischio praticamente non c’è”, queste devono essere ”estratte dal circuito della finanza di Borsa” e finire in una holding pubblica. A sostenerlo è Pellegrino Capaldo, intervistato da Massimo Mucchetti (Corriere Economia 10 Luglio pag. 5).

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→  luglio 15, 2006

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Intervento

Basta che si profili l’ipotesi di un’OPA ostile estera su Enel, e subito scatta il piano di “soccorso”. Quello al momento più in voga passa attraverso la fusione ENI-Enel, lo scambio delle rispettive attività nel gas e nella generazione elettrica, per consentire al Governo di vendere la partecipazione che ancora detiene in Enel, mantenendone indirettamente il controllo e, di passaggio, quello in Snam Rete Gas. (Christian Martino e Giuseppe Oddo, Il rischio di OPA apre la strada a ENI-Enel, Il Sole 24 Ore del 4 Luglio).

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→  luglio 6, 2006

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Calcio & non solo

Siamo arrivati in finale, abbiamo surclassato, per gioco d’insieme e individuali valori, gli avversari incontrati finora. Chi sbandiera e strombetta ne gioisce: neppure lo sfiora, lo spensierato, il pensiero che stanno tremando le fondamenta su cui abbiamo costruito la nostra teoria della buona società. Abbiamo infatti detto e ripetuto che il germe della corruzione non lo si può isolare, che il conflitto è epidemico, che quando si violano le regole del gioco, è il gioco stesso a decadere: perché la corruzione è una tabe che fiacca gli spiriti, indebolisce le volontà e, si deve intendere per estensione, irrigidisce pure i muscoli.

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→  luglio 5, 2006

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Servizi & Mercato

Ma alla fine, i consumatori, i meriti di queste liberalizzazioni, li riconosceranno? I decreti Bersani, non ne ho dubbio, saranno approvati dal Parlamento, saranno tradotti in norme attuative dalle amministrazioni competenti, le proteste rientreranno (io, grande utente di taxi, per parte mia son pronto a farne a meno anche per un paio di mesi), prima o poi il processo andrà a regime. Quale sarà a quel momento il giudizio del grande pubblico?

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→  luglio 3, 2006

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Caro Direttore,

sia RCS, sia l’Espresso non potrebbero, prima del 31 Dicembre 2010 acquisire le reti de La7 senza procedere a dismissioni. A sancirlo, come ricordano Monica D’Ascenzo e Simone Filippetti (Il Sole 24 Ore del 29 giugno 2006, pag. 31) è il comma 6, art. 15 della 3 maggio 2004, n. 112, più nota come legge Gasparri.

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