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→  settembre 30, 2009

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È insidioso il “muoversi tra etica e banche”: al convegno di Cento che si intitola a questo tema, Gianfranco Fini, partito da considerazioni sulla “banca etica”, finisce per identificare le cause della crisi con una serie di comportamenti posti in atto dagli operatori (Solo l’etica fa da antidoto agli errori della finanza, il Sole 24Ore, 18 Settembre 2009).

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→  settembre 10, 2009

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Sono bastati i primi segnali di uscita dalla crisi, e subito è ritornato a manifestarsi il male che affligge l’economia italiana, vent’anni di crescita inferiore a quella degli altri paesi industriali, dieci anni di produttività praticamente ferma. La bassa produttività, a sua volta causa di bassi salari, e quindi di un mercato interno debole, rimanda ai ben noti nodi strutturali, dalla formazione alla dotazione di infrastrutture.

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→  settembre 8, 2009

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Che in una crisi finanziaria le banche c’entrino è un’ovvietà. Che i bonus eccessivi, a volte oltraggiosamente eccessivi, dei banchieri, meritino l’attenzione dell’autorità, di vigilanza o forse anche politica, è sicuro. Ma il documento firmato da sette ministri economici dell’Eurozona in previsione del summit del G20 di Pittsburgh lascia interdetti, per le sue perentorie affermazioni e per il ragionamento che su di esse viene costruito.

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→  settembre 6, 2009

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In «Una storia operaia» Riccardo Ruggeri racconta la sua vita, dall’infanzia in una famiglia proletaria ai piani alti del gruppo Fiat, fino ai vertici di grandi imprese multinazionali. E spiega come ha imparato la «govemance»

La storia è, classicamente, storia di fatti. Oppure biografia, storia di «vite di uomini illustri». O ancora autobiografia, storia della propria vita e dei fatti di cui si è stati personalmente partecipi. Questa storia è diversa, costruita com’è da ritratti di persone incontrate. Chi è il protagonista? L’autore in quanto è lui presente in ognuno di quegli incontri? O l’altro, i personaggi incontrati e rappresentati? E una storia precisa, tempi, luoghi, ambienti sono ben definiti; ma può essere percorsa in molti modi, in molti modi si possono collegare i vari ritratti.

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→  agosto 27, 2009

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Caro Direttore, “sarà bene riconoscere una volta per tutte che Berlusconi […] non è un’anomalia, un incidente di percorso, una parentesi nella storia politica italiana, destinata a chiudersi senza lasciare grande traccia di sé. Al contrario.” Ha ragione Enrico Morando, questo é il punto di partenza se si vuole capire “perché Berlusconi vince” (il Riformista 23 Agosto 2009). Questa è anche la base per una risposta politica a Berlusconi: lo era ieri quando era al culmine della sua parabola politica, lo è ancora di più oggi che si intravede la fine del suo ciclo politico.

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→  agosto 26, 2009

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da Peccati Capitali

“Già l’aquila d’Austria/ le penne ha perdute./ Il sangue d’Italia/ e il sangue polacco/ bevé col Cosacco/ ma il cor le bruciò”. Meno male che di solito non la si canta fino alla fine, perché nelle situazioni ufficiali il cerimoniale prevede solo la prima strofa e in quelle sportive, si aspetta solo il calcio d’inizio: se no veramente verrebbe da dire che l’inno di Mameli è una Potiomkin pazzesca! Tanto convinti non dovevano essere neppure i costituenti, se sancirono l’uso del tricolore, ma si dimenticarono (?) di scegliere l’inno nazionale.

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