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→  marzo 6, 2011


“Ha presente, Ma’am, il Millennium Bridge?” Nessuno degli economisti della London School apostrofati da Elisabetta con la battuta, forse la più famosa del suo lungo regno, per non aver saputo prevedere la grande crisi, osò ricordarle il ponte che lei stessa aveva inaugurato nel Giugno del 2000, e che dovette essere chiuso e rinforzato a causa di pericolosi sbandamenti. Eppure, osserva Hyung Song Shin, il fenomeno è lo stesso: un shock endogeno, cioè prodotto e amplificato da meccanismi interni al sistema.

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→  marzo 1, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

Dopo 89 giorni a Rebibbia e 9 mesi agli arresti domiciliari, di cui 4 con la proibizione perfino di aprire la finestra, la settimana scorsa Silvio Scaglia è stato “liberato”. Intanto é iniziato il processo che lo vede imputato, in quanto capoazienda di Fastweb, per la vicenda delle compravendita di carte telefoniche fasulle, le “frodi carosello” che hanno consentito ad altre aziende di sottrarre al fisco importi molto rilevanti.

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→  febbraio 23, 2011


Tra tante difficoltà, è ciò che ha unito il Paese negli ultimi 20 anni.

Che cosa stiamo ad aspettare? Un’eventuale condanna in primo grado a Milano che chiuda una stagione politica e ne apra una nuova? La mancata approvazione del federalismo che porti la Lega a staccare la spina? O al contrario la sua approvazione che la liberi della convenienza a non staccarla? Il cigno nero di una nuova (diversa) crisi finanziaria? Una fiammata che incendi la sponda Sud del Mediterraneo?

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→  febbraio 15, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

Le Poste? Un paradosso. La liberalizzazione dei servizi postali? Un kamasutra. Paradosso le Poste, perché sono una Banca che non può essere privatizzata, dato che fa anche il servizio postale; e sono un servizio che non può essere liberalizzato, dato che raccoglie anche risparmio.
Per fortuna che Bruxelles c’è, e ha decretato che i servizi postali vanno liberalizzati sotto la regia di un’Autorità indipendente, dal governo e dal monopolista. Che fare, dunque?

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→  febbraio 13, 2011


Intervento pubblico

L’approfondita biografia scritta da d’Aubert offre una doppia lettura dell’uomo di potere: quella privata e le imitazioni

“Colbert è tornato”: quando nel settembre 2007 gli americani vedono il Governo salvare, sostanzialmente nazionalizzandole, banche, assicurazioni, fabbriche di automobili, basta quel nome ad esprimere lo sconcerto. Quando anche in Europa si susseguono interventi più o meno scoperti, non sempre e non da tutti il nome di Colbert viene usato come segnale di pericolo. Chi già si fida poco della mano invisibile, e ritiene che i mercati in generale e quelli finanziari in particolare debbano essere sorvegliati e tenuti a freno, vede nella crisi finanziaria la conferma dei propri pregiudizi. Di fronte alla paura – delle merci cinesi e della finanza americana – la speranza è riposta nel limitarne l’afflusso e nel sostenere l’economia reale con le politiche industriali: colbertismo non è più una brutta parola.

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→  febbraio 8, 2011


La patrimoniale sembra, per il momento, respinta: quella “vera”, cioè l’operazione di finanza straordinaria, per tagliare con una botta secca lo stock del debito, non quella dello stesso nome, ma di finanza ordinaria, per modificare la composizione del flusso delle imposte, tassando anche il patrimonio oltre il reddito, in costanza (si vuol sperare) di pressione fiscale. Anche se sul Sole 24 Ore di domenica scorsa Giuliano Amato è tornato a parlarne e la scorsa settimana anche Pellegrino Capaldo è intervenuto di nuovo sul tema con una lettera sul Corriere della Sera.

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