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→  maggio 7, 2011


Assumere donne al Sud, ridurre la burocrazia degli appalti e portarla a zero nei distretti turistici, dare a tutti una carta d’identità elettronica, incentivare la ricerca commissionata alle università: anche se tutte le semplificazioni semplificheranno e tutti gli incentivi incentiveranno, la “fantasia positiva” (copyright di Alberto Orioli sul Sole 24 Ore di ieri) del decreto sviluppo non è l’equivalente di una politica.

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→  maggio 6, 2011


Gli islamisti di Gaza avevano bisogno del Mozart di Barenboim?

Lettera al direttore

Daniel Barenboim non è stato il primo ad eseguire musiche di Wagner in Israele dopo la guerra. Vent’anni prima di lui, nel 1981, fu Zubin Mehta e eseguire a sorpresa brani dal Tristano e Isotta: non accadeva, in terra di Israele, dal 1938, con Toscanini sul podio. E’ in contraddizione chi da un lato chiede di non bandire la musica di Wagner per l’uso ideologico che ne fece il Terzo Reich e dall’altro usa egli stesso la musica a fini ideologici: come ha fatto Barenboim a Gaza.

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→  aprile 28, 2011


Lettera di Maurizio Crippa al direttore
La testa di Fiat resta a Torino, la testa di Parmalat resta a Parma. E’ il culo, che lo diamo un po’ all’estero.
Maurizio Crippa


Replica di Franco Debenedetti
A Maurizio Crippa vorrei ricordare che a contare non è dove restano le teste di Fiat e Parmalat, ma in che verso guardano per trovare il loro piacere. Quelli che hanno dietro, mi pare, sono sindacati e politici.

→  aprile 27, 2011


E adesso, come si giustificheranno quelli che si sono tanto accaniti contro Lactalis? Che quella dei Besnier, degli oscuri Besnier, fosse, dal punto di vista industriale, la migliore soluzione sul tappeto, era chiaro: il gruppo è presente in Italia da anni, con aziende che fatturano oltre un terzo più di Parmalat in Italia, occupano il 50% di addetti in più, comperano latte italiano in misura superiore (60% contro il 50%). Il problema di Parmalat è di avere un margine troppo basso, perché la percentuale di latte ad alto valore aggiunto sul totale è poco più del 10%, mentre Lactalis l’ha portata al 40% in Francia e addirittura all’80% in Spagna.

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→  aprile 26, 2011


dalla rubrica Peccati Capitali

Di Pietro attacca a testa bassa il Governo: fa marcia indietro sul nucleare solo per rendere più difficile che i “suoi” referendum raggiungano il quorum, vuole evitarsi una sconfitta politica. Qualunque sia l’intenzione, l’accusa é fuori bersaglio. Dai disastri si deve imparare: dopo Fukushima, chi ha impianti nucleari ne verifica la sicurezza anche a costo di spegnerli; chi li ha solo sulla carta, che dovrebbe fare, andare avanti come se nulla fosse?

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→  aprile 15, 2011


La crescita risolve i problemi di bilancio. Ma le politiche per la crescita non hanno un beneficiario diretto. Per questo i politici preferiscono politiche che avvantaggiano interessi organizzati, o che suscitano emozioni, o che hanno visibilità. La ricetta per la crescita invece molto sovente consiste, più che nelle cose da fare, in quelle da non fare.

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