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→  aprile 27, 2012


Al direttore.
Udite udite o villici / attenti non fiatate / comprate il mio specifico / per poco ve lo do.
Dedicato a chi vende l’idea che la Tobin tax promuova la crescita, e a quanti spensierati si affollano a salire sul suo carro.

→  aprile 26, 2012


Perché la politica attira tanti ladri? È la domanda, rozza al limite del populismo, che vien da porsi di fronte al quotidiano stillicidio degli scandali. Non era la domanda che si faceva per Tangentopoli, o almeno non era la principale: allora ci si rendeva conto di vivere una vicenda storica, lo sgretolarsi di un sistema politico tetragono al cambiamento, che per mezzo secolo era sopravvissuto succedendo a se stesso. Anche allora non mancavano scene grottesche, documenti recuperati nel water, soldi nascosti nei puffi di casa: ma il clima era quello di una tragedia, la crisi era della politica. Anche la storia di questi scandali ha già avuto le sue tragedie umane, ma nel complesso appare una pochade di terz’ordine: la crisi è dei partiti e dei loro uomini.

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→  aprile 17, 2012


dalla rubrica Peccati Capitali

“Ma se vi abbiamo dato il sistema tedesco?” chiude brusco l’autorevole interlocutore a cui cerco di spiegare perché quella dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori è una riforma mancata. Evidentemente non conosce la storia del signor S.P.

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→  aprile 17, 2012


Lettera di Franco Debenedetti e Natale D’Amico

Per il Direttore.

Per ridurre l’uso del contante, Milena Gabanelli e Stefania Rimini (Cambiamo abitudini, basta con il contante, Corriere della Sera, 15 Aprile 2012) propongono un dissuasore sotto forma di un 33% “applicato” al deposito e al prelievo

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→  aprile 13, 2012


«E alla fine nessuno ne restò». Quando Piero Giarda ha annunciato che non ci sarà nessun tesoretto a cui attingere per ridurre le tasse, solo sistema sicuro per promuovere la crescita, mi è venuta in mente la filastrocca dei “Dieci piccoli indiani”. Ma come, mi son detto, noi guardavamo alla spending review come all’ultimo indiano della compagnia, e ora il ministro ci viene a dire che anche quello «in un bosco se ne andò, a un pino s’impiccò, e nessuno ne restò»?

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→  aprile 8, 2012


Se sulla Grande Depressione, a distanza di 80 anni ancora si pubblicano libri su struttura dell’economia, errori dei governanti, conseguenze per i governati, quanto ad oggi è stato scritto sulla crisi finanziaria del 2007 e sulla grande recessione che ne è seguita già eccede le possibilità perfino di chi a questo argomento si dedica a tempo pieno. Per questo il numero di Marzo del «Journal of Economic Literature» pubblica due saggi atti a fornire una picchettatura del territorio, delimitare i confini, e indicare i punti salienti, dai quali, chi vuole, potrà partire per ulteriori esplorazioni.

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