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→  giugno 25, 2012


Ho letto l’articolo di Alessandra Puato dal titolo «Fs, treni privati biglietti più cari», pubblicato sull’ultimo numero di Corriere Economia. I dati e i diagrammi forniti da Ferrovie dello Stato sembra non consentano dubbi: in Inghilterra e in Svezia, dove si è fatta la separazione tra binari e treni, viaggiare sui convogli regionali costa rispettivamente 8,1 e 11,7 euro per passeggero-chilometro con una crescita, tra il 2004 e il 2011 del 14%, a valori costanti.

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→  giugno 22, 2012


Negli anni 80 si discusse a lungo come insegnare l’informatica nelle scuole: chi sosteneva che era una nuova “materia”, da insegnare in aule appositamente attrezzate; chi invece uno strumento che le altre “materie” dovevano usare e fare usare, ciascuna nel modo a sé più acconcio. Mi sono ricordato di quelle discussioni – allora ero in Olivetti – leggendo che il decreto sviluppo prevede la creazione dell’Agenzia per l’Italia digitale, così dotandosi di un “national champion” digitale, come vuole il commissario Kroes, e pure risparmiando con la fusione di due o tre enti preesistenti.
Nel caso della scuola, trent’anni dopo, troviamo social network alle elementari, Wikipedia come bignami alle medie, motori di ricerca al liceo per trovare Cicerone tradotto, e Skype per tutti: i ragazzi hanno risolto il dilemma adottando spontaneamente strumenti sofisticati che interessavano loro.

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→  giugno 12, 2012


Intervista di Franco Insardà

«Oltre alla vigilanza Rai, adesso la vigilanza alla Rai: la Rai vigilata speciale». Con questo tweet sabato scorso Franco Debenedetti, per tre legislature senatore prima del Pds e poi dei Ds, ha fotografato la situazione di viale Mazzini e del rinnovo delle nomine nel consiglio di amministrazione, dopo l’annuncio dato dal premier Mario Monti dei nomi di Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi rispettivamente come presidente e direttore generale della Rai.

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→  giugno 9, 2012


Al direttore

AgCom, Rai: sunt nomine consequentia rerum.

→  giugno 5, 2012


Al direttore

Se va bene, sarà peggio. (Pensando all’euro).

→  giugno 1, 2012


Due sono le frasi memorabili che Stefano Ricucci avrebbe coniato durante la vicenda Bnl-Unipol: la prima sui furbetti del quartierino, la seconda, scabrosetta, su involontari scambi di ruoli sessuali. La sentenza che dopo sette anni assolve gli imputati in quella vicenda compie una singolare crasi: i veri furbetti del quartierino erano proprio coloro che usavano la prima frase per compiere, ai danni degli accusati, le attività di cui alla seconda.

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