→ febbraio 10, 2012
I “bond della morte” (Stefano Rodotà, Repubblica, 8 febbraio) hanno un precedente, seppur di segno contrario, di cui parla Raghuram Rajan in Fault Lines. Poiché la monarchia francese nel XVIII secolo, pur di far cassa, aveva escogitato la vendita di rendite vitalizie, banchieri ginevrini pensarono di selezionare gruppi di donne “per la maggiore aspettativa di vita rispetto agli uomini” sui trent’ anni, in salute, di “impacchettarne” i vitalizi per diversificare rispetto al rischio di morte accidentale, e di rivenderne quote.
leggi il resto ›
→ luglio 12, 2011
Caro Augias, a me pare che le nomine nelle aziende di Stato le firmi il Direttore generale del Tesoro o quanto meno ne prenda coscienza ed eserciti dovuta vigilanza. Tremonti, della cui onestà economica non dubito, si fidava di dormire nella casa di un ricattatore. Grilli, della cui onestà sono certo, si fidava di avallare le nomine proposte dallo stesso personaggio. Spero che chi di dovere abbia già fatto paralleli del genere e concluso che in quello stagno conviene mettere il divieto di pesca.
leggi il resto ›
→ marzo 22, 2011
Lettera al Direttore
Caro Direttore,
tocca molti argomenti Mario Pirani nel suo “Perché è possibile rinunciare al nucleare”: i deleteri effetti di una “propensione prometeica” a sviluppo e profitto; un’efficienza energetica accelerata oltre a quanto già quotidianamente constatiamo, dalle lampadine alle autovetture, dagli isolanti agli elettrodomestici; la possibilità, senza il nucleare, di sostenere uno sviluppo, inevitabilmente energivoro, che coinvolga anche chi oggi ne è ai margini, e ciò finché arriverà (se arriverà) la fusione nucleare; la definizione degli obbiettivi, dato che a una centrale si chiede di produrre energia e non posti di lavoro. Temi su cui si può consentire o dissentire ( e io dissento su tutti).
leggi il resto ›
→ dicembre 15, 2010
Lettera a Repubblica
“Costretta”, costretta a vendere per smontare il monopolio dell’energia elettrica, e quindi a trovare altri settori in cui investire per “mantenere dimensioni adeguate”. Così rispondendo ad Alessandro Penati, l’Ufficio relazioni con i media dell’Enel ammette le resistenze opposte alla volontà politica del suo azionista, rappresentato per l’occasione dal premier Prodi e dal Ministro Bersani, di liberalizzare il mercato, l’insofferenza esibita verso l’Autorità di regolazione all’uopo istituita dal Parlamento, le ambizioni coltivate prima in telefoni e acqua per diventare una multiutility, poi in altri Paesi per diventare una multinazionale. E giustifica con quella “costrizione” iniziale i deludenti risultati che ne sono seguiti. Insolito trovare in un organo aziendale un tale rispetto per la verità storica. Complimenti!
leggi il resto ›
→ settembre 21, 2010
Lettera al direttore
Caro Direttore,
“Se il Cavaliere compera il Corriere della Sera” : il titolo del “sabato” dell’11 settembre di Giovanni Valentini attirava l’attenzione, e gli avevo scritto in via privata e colloquiale. Poiché dedica l’ultimo “sabato” a polemizzare pubblicamente contro un suo personale riassunto di quella lettera, debbo fare alcune precisazioni.
leggi il resto ›
→ novembre 22, 2009
L’approvazione del decreto Ronchi, battezzato come “privatizzazione dell’acqua”, ha suscitato una reazione negativa singolare per compattezza delle voci e per asprezza dei commenti: l’articolo di Paolo Rumiz (La Battaglia dell’acqua, la Repubblica 18 Novembre) ne è esempio emblematico. La reazione potrebbe essere dovuta a un riflusso negativo verso le privatizzazioni dei Governi Amato e Prodi, perché il tempo sbiadisce il ricordo di quanta fosse l’invadenza dello stato nell’economia, mentre la cronaca offre fresche ragioni per lamentarsi di disservizi.
leggi il resto ›