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→  gennaio 23, 2005

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C’è una tesi che va per la maggiore: lo strapotere di Mediaset nella pubblicità televisiva è all’origine dello strapotere della televisione nel catturare una quota di pubblicità più alta che in tutti gli altri paesi europei, a danno della carta stampata. Ma è una tesi corretta? Ci sono molte ragioni per pensare che non lo sia, non perché non siano corretti i dati presentati a sostegno della tesi – in Italia Mediaset da sola assorbe circa il 65% della pubblicità televisiva nazionale e la televisione prende il 52,3% delle risorse contro una media europea del 33,6% , e per la carta stampata i numeri sono 40,6% contro il 54,4% – ma perché non sembra corretta la relazione di causalità che viene tracciata tra i due fatti.

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→  gennaio 14, 2005

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L’unica strada per Torino è quella di creare un’azienda con meno ambizioni

Nella vicenda Fiat Auto, l’attenzione è concentrata a prevedere l’esito della partita che ha per posta l’opzione put. Atteggiamento giustificato per i risparmiatori, data l’influenza che esso ha sui corsi di borsa. Un po’ meno per la politica: l’esito di quella partita è infatti senza significativa influenza sulle conseguenze, economiche e sociali, della crisi Fiat per il Paese.

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→  dicembre 14, 2004

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A un anno di distanza dal passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, una rivisitazione dei punti oggetto di polemica: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione

A un anno di distanza dal cruciale passaggio al Senato della legge Gasparri, sul riassetto del sistema televisivo, può essere utile rivisitarla nei punti che erano stati oggetto di più vivaci polemiche: Il SIC; il drenaggio di pubblicità a danno dei giornali; il digitale terrestre; la privatizzazione.

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→  dicembre 8, 2004

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Alla decima «Conferenza delle parti» di Buenos Aires si apre una nuova fase del negoziato: Cina, India e Brasile vanno coinvolti subito – La scommessa del protocollo, che ha alti costi, è la competitività del modello economico

Il trattato di Kyoto per la riduzione delle emissioni di gas serra, impegna l’Italia a ridurre entro il 2008-2012 le proprie emissioni di anidride carbonica del 6,5% rispetto ai valori del 1990. Per raggiungere tale livello può ricorrere anche ai cosiddetti meccanismi di flessibilità: o comperare “diritti ad inquinare” da paesi che hanno superato gli obbiettivi di Kyoto, oppure compensare le proprie emissioni di anidride carbonica (CO2) con crediti di carbonio ottenuti realizzando o finanziando progetti a basse emissioni in Paesi in via di sviluppo. Il trattato prevede sanzioni finanziarie in caso di inadempimento.

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→  novembre 23, 2004

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Energia, telefoni e TV

Il controllo proprietario delle reti deve essere pubblico o privato? La vendita di quote di Terna e di Snam Rete Gas, la multa comminata dall’Antitrust a Telecom, hanno riportato alla ribalta il problema delle reti, e dato vita a un singolare, preoccupante revival. Il mito della superiorità pubblica dei servizi erogati al pubblico, cacciato dalla porta con le grandi privatizzazioni, sembra rientrare dalla finestra con le reti.

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→  settembre 16, 2004

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Che sia uno stratagemma, non lo nega nessuno: ma verso chi è messo in opera?

Che sia uno stratagemma, non lo nega nessuno: ma verso chi è messo in opera? Fu uno stratagemma virtuoso per restare tra i paesi virtuosi, quello messo in atto da Giulio Tremonti a fine 2003: vendere alla Cassa Depositi e Prestiti il 10% di ENI ed Enel e il 35% di Poste Italiane, per sfruttare le regole europee che consentono di portare il ricavato a riduzione del deficit. Oggi, il nuovo DPEF prevede imponenti privatizzazioni, e, dato che il tempo stringe, forte è la tentazione di ripetere l’operazione in grande stile: vendere alla Cassa tutte le partecipazioni industriali ancora in mano al Ministero dell’Economia.

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