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→  aprile 18, 2010


dalla Domenica del Sole 24 Ore

Scelte strategiche

«Parola di Marchionne» di Riccardo Ruggeri analizza le criticità dell’intesa con Chrysler e considera l’emotività delle funzioni aziendali.

Chi trova i libri sui – per non parlare di quelli dei – protagonisti industriali o pettegoli o noiosi, non si lasci ingannare dal titolo: “Parola di Marchionne”, di Riccardo Ruggeri, prefazione di Massimo Mucchetti, non è un libro su un capitano d’azienda, ma la storia di un investimento.
Entrato in Fiat come operaio e uscitone dopo 40 anni membro del comitato direttivo di Fiat Holding, per aver risanato e rilanciato New Holland, azienda leader nelle macchine movimento terra e trattori, Ruggeri vive ora una seconda vita da imprenditore di successo nella moda e nelle assicurazioni. Il 31 Marzo 2009, vede Barack Obama benedire l’accordo Fiat Chrysler dal giardino delle rose alla Casa Bianca, considera che per la prima volta ci sono titoli che hanno come collateral non la parola, ma la faccia del Presidente degli Stati Uniti: e compera azioni Fiat e Exor. Per ogni investitore, il problema nasce il giorno dopo: quando uscire? Ruggeri si mette quindi ad analizzare le criticità del progetto Marchionne.

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→  aprile 16, 2010

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«Avremo una banca» In onda un film già visto

Nel modello delle Fondazioni le forze politiche hanno sempre avuto la loro rappresentanza: è lecito chiedersi, però, qual è il progetto che sta dietro.

“Le banche del Nord avranno uomini nostri a ogni livello”. Dobbiamo essere grati a Bossi per la rude franchezza. Basta con i si dice, le indiscrezioni, i ballons d’essai che circolavano da mesi. Basta con le cortine fumogene delle attenzioni da prestare, i dialoghi da instaurare, gli sviluppi da favorire. Meglio chi non ha falsi pudori. La stanza dei bottoni è preistoria, parliamo di bottoni. Col proporzionale, tanti voti tanti bottoni.

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→  marzo 28, 2010

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Perché Scaglia è ancora in carcere? Perché le due società dovevano sapere? Perché le autorità non hanno indagato? Che cosa ci si aspetta dal commissario?

Sui casi Fastweb e Telecom Italia Sparkle, si addensano gli interrogativi. Questi, più passa il tempo senza che vi sia risposta, più diventano inquietanti. Il meccanismo truffaldino del carosello è chiaro: con la compravendita all’ingrosso di traffico telefonico, a cui non corrispondeva nessun traffico reale, gli importi di IVA corrispondenti si accumulavano in capo a una società di comodo che al momento buono chiudeva o spariva.

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→  marzo 28, 2010

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I servizi ai cittadini si trasformano spesso in luoghi di intermediazione politica che favoriscono episodi di corruzione

Le aziende pubbliche locali sono strumento per la fornitura di servizi ai cittadini o luogo di intermediazione politica? Producono efficienza o assistenza mascherata? Se da oltre un secolo che si cerca di dare un assetto normativo per introdurre efficienza in questo settore, se dopo una dozzina di riforme di sistema, ultimo il decreto Ronchi che mette limiti alla proprietà pubblica nel caso di servizi affidati senza gara, a ogni finanziaria si sente la necessità – o si trova l’opportunità – di introdurre qualche correzione alla normativa vigente, la ragione sta in una difficoltà iniziale: definire che cosa sia e che cosa debba essere un servizio pubblico. Da cui ne deriva un’altra, quella di catalogare situazioni le più disparate: infatti è diverso se si opera in regime di concorrenza o di monopolio naturale, se il servizio è fornito da una società quotata o direttamente dal comune; se l’azienda opera al Nord o al Sud.

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→  marzo 8, 2010

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Il Caravaggio restaurato suggerisce di avviare meccanismo d’asta per assegnare ai privati il recupero di opere e documenti. Pensiamo a un portale

A Caravaggio è andata bene: è bastato che Marco Carminati, sul Sole 24Ore del 9 Febbraio scorso, desse l’allarme, segnalando il rischio di perdere documenti che testimoniano della sua arte e della sua vita, quando basterebbero 2500€ per restaurare ciascuno dei trenta volumi in cui sono raccolti, perché scattasse una gara di generosità: imprese e privati cittadini si sono offerti per sostenere l’operazione di restauro.

E gli altri?

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→  febbraio 27, 2010

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Non è che poiché le aziende sono già sostituto d’imposta, devono essere anche sostituto di legalità: il contrasto alla criminalità organizzata richiede un’attenta verifica delle proprie controparti commerciali, ma è a quello che giustamente si chiama potere pubblico che chi paga le tasse chiede di sradicare il male.

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