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→  gennaio 30, 2013


Di chi sono le banche? A questa domanda in Italia non si è mai data una risposta chiara. Eppure se per il funzionamento di un’economia capitalistica la certezza dei diritti di proprietà è essenziale, a maggior ragione lo è quando si tratta di istituzioni che provvedono i mezzi finanziari a quella che viene (impropriamente) chiamata economia reale.

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→  dicembre 12, 2012


Qual è la notizia? Che si voti due o tre settimane prima? Semmai dovrebbe essere una buona notizia: il governo, non sfiduciato, può restare in carica nella pienezza dei suoi poteri; che la “strana maggioranza” avrebbe avuto fibrillazioni e sussulti avvicinandosi la data delle elezioni, era prevedibile: abbreviare la campagna elettorale è atto di saggezza.

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→  novembre 30, 2012


di Natale D’Amico e Franco Debenedetti

Tutti i governi devono aumentare le entrate fiscali. Quasi tutti pensano di tassare di più i ricchi. Lo dice (e probabilmente lo farà) Obama. Hollande vuole portare al 75% il prelievo sui redditi superiori a un milione di euro. Un po’ ovunque si parla di aumentare le imposte sui patrimoni più grandi. La Tobin tax – a dispetto di James Tobin – viene giustificata perché colpendo le transazioni finanziarie, colpirebbe selettivamente i ricchi.

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→  ottobre 31, 2012


Qualche dubbio ce l’avevo anch’io, che l’uscita dal campo di Berlusconi non fosse proprio last and final: ma non sono tra quelli che ora ammiccano «te lo dicevo io!». E neppure tra quelli che drammatizzano le conseguenze del suo voltafaccia, rientrare in campo, cavaliere solitario per ripulire la magistratura dai comunisti. Al contrario penso che la cosa potrebbe anche avere conseguenze positive a destra: e invece, per colmo di paradosso, averne magari di negative a sinistra.

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→  ottobre 17, 2012


L’idea di un’Europa unita nasce già dopo la “orrenda carneficina” della prima guerra mondiale. Nel 1922 Richard Coudenhowe-Kalongi lancia il suo appello, l’anno seguente pubblica Paneuropa, libro che ispira il messaggio di Aristide Briand alla Società delle Nazioni a Ginevra nel 1925.

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→  ottobre 4, 2012


A volte accade che dire una cosa, pur in sé evidente e nota, produca grandi conseguenze: è la morale della favola del vestito dell’imperatore. Cosa d’altro ci si aspettava che dicesse Monti a chi gli chiedeva del suo futuro? Sia che avesse risposto che mai e poi mai, sia che avesse annunciato la sua discesa in campo, avrebbe danneggiato o il Paese o il suo governo. Ma se una risposta ovvia ha sollevato tante discussioni, una ragione c’è: così si inizia a parlare esplicitamente del dopo.

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