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→  ottobre 26, 2011


Al Direttore,

per lei è una “frustata”, per Alesina e Giavazzi è una “scossa”: diversi gli strumenti, comune la convinzione che iniziative per mettere in atto una ripresa sono possibili, e dunque necessarie. “Riforme a costo zero”: da lei sinteticamente riassunte, da loro, come si conviene, dettagliatamente elencate. Per lei la generica “volontà politica” per fare “saltar il tappo”; per loro la specifica indicazione di “abbandonare la concertazione”, i tavoli dove “i difensori dei privilegi possono fare proposte alternative e contrattarle con il governo”.

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→  ottobre 25, 2011


Al direttore

Vorrebbero un altro al posto di Berlusconi, un altro al posto di Bini Smaghi. E un aiutino per Bpm?

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→  settembre 22, 2011


Al direttore

Riflettere sulla possibilità di privatizzare la Rai riapre una ferita. Va bene che “nul n’est besoin d’espérer pur combattre ni de vaincre pour perséverer”: ma qui per perseverare a sperarci bisogna proprio mettercela tutta. C’era stata una finestra, verso la fine della legislatura 1996- 2001, quando era chiaro che il centrosinistra avrebbe perso, e che quindi al Cav. avrebbero fatto capo oltre alle reti Mediaset, anche le reti RAI perché spendono soldi dei cittadini e quindi rientrano nelle responsabilità dell’esecutivo.

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→  settembre 20, 2011


Al direttore

Tra fini e mezzi, almeno uno dei due dovrebbe essere giusto. Invece nello scambio “prestito forzoso contro privatizzazioni”,
ipotizzato da Fitoussi e Galateri sul Corriere e ripreso da Rebecchini sul Foglio, fini e mezzi sono intercambiabili, entrambi essendo finti: il prestito è una patrimoniale camuffata, la vendita uno stratagemma per non vendere.

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→  settembre 3, 2011


Ciò che il caso Penati dovrebbe insegnare sul rapporto tra politica e intervento sull’economia. Ma è vecchia storia.

Siamo così assuefatti alla funzione vicaria della magistratura, da non farci neppure più caso? Nella vicenda che vede convolto Filippo Penati si indaga su ipotesi di concussione o di corruzione, si scava nella contiguità tra partiti della sinistra e attività economiche ad essa tradizionalmente vicine, si sospetta della funzione assolutoria di presunte superiorità morali. Ma nessuno che prenda il bandolo della matassa e discuta degli errori, errori politici, all’origine dei fatti di cui si occupano i PM. Eppure questa dovrebbe essere la reazione naturale per i politici, quasi un riflesso condizionato per quelli cresciuti a suon di strutture e sovrastrutture.

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→  agosto 3, 2011


Orgoglio e pregiudizio, ingannevoli filtri consolatori. Per orgoglio nazionalistico abbiamo rifiutato vendite a soggetti esteri con cui si sarebbe salvato qualcosa: Tirrenia ieri, Alitalia l’altrieri. Per pregiudizio, se qualcuno vuole prendere partecipazioni di rilievo in aziende che consideriamo pilastri della nostra economia, non può che essere per sottrarcele. Ci si accorge che, con questi prezzi in Borsa, mettendo sul tavolo cifre relativamente modeste, si possono acquisire partecipazioni che consentano l’effettivo controllo in grandi banche e assicurazioni italiane, e suona il grido di allarme: attenzione, e se a farlo fossero grandi istituzioni finanziarie straniere? Questo è il pericolo paventato da Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera e non solo. Ma esiste davvero? Soprattutto, sarebbe un pericolo?

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