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→  dicembre 16, 2014


Nel disastro di Taranto hanno perso tutti, proprietà, amministrazione locale, stato nelle sue varie articolazioni. Per distinguere le varie responsabilità di un simile disastro, bisognerà aspettare i processi, penali e civili: anni e anni. Intanto lo stallo costa, in soldi e in consensi: con l’intervento deciso, il governo ridurrà forse le emorragie, ma noi rischiamo di smarrire – tra interventi provvisori, soluzioni ponte, approdi finali – la visione complessiva di quanto si è finora perso e perché. Farlo perbene richiederebbe di entrare nel merito dei giudizi di un magistrato, il cui operato non è stato giudicato esorbitante o illegittimo dagli organi di autogoverno della magistratura. Per cercare di fare una sorta di “screenshot” della situazione attuale, utile a giudicare le scelte che si faranno, c’è una strada: tornare indietro a un tempo precedente a quello dell’ordinanza del magistrato, riportare cioè la questione Ilva all’interno del quadro generale in cui essa si colloca fin dalla sua fondazione.

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→  novembre 5, 2014


La vittoria simbolica di Renzi a Bruxelles, l’idea di alternative radicali e i limiti di tutto ciò

È tutta colpa della Germania, si sente dire: non fosse per loro avremmo la crescita al 3 per cento, l’euro a 1,10 sul dollaro e la disoccupazione al 5 per cento. Basterebbe poco, si sente dire, basterebbe che invece di vendere macchine ai cinesi facessero ponti e ferrovie per sé, oppure se continuassero a esportare ma usassero il loro surplus per comperare il nostro debito.

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→  ottobre 22, 2014


La rete nei mercati a due versanti studiati dal Nobel Tirole e un’idea per Telecom

Che cosa ha a che fare il nuovo premio Nobel Jean Tirole con la vecchia questione della rete Telecom? Direttamente non molto. Ma la crescita di Big Data crea in Europa problemi di regolazione; la crescita della quantità dei dati da trasmettere crea in Italia problemi di infrastrutture. Il premio dato all’autore di teorie che servono per capire i primi, può essere stimolo a risolvere i secondi: prendendo di petto la questione della rete.

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→  settembre 26, 2014


Al direttore.

La battaglia per il superamento dell’art. 18 dello Satuto dei lavoratori è con ogni probabilità finita. E’ finita quando Renzi ha posto la questione in termini chiari: perché Renzi sa che, se non vince, perde, e che la marcia indietro su una questione su cui si è impegnato sarebbe per lui come il taglio della chioma per Sansone, il suo potere svanirebbe.

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→  settembre 23, 2014


Soldi da un Debenedetti

Al direttore.

Da anni non più imprenditore operativo, ma sempre imprenditore “con altri mezzi”, contribuisco alla vostra iniziativa: in contanti con una matching contribution pari al 10 per cento della somma che raccoglierete nel weekend (con un massimale di 1.000 euro). In natura, con un link al ddl che presentai in Senato nel 1997. Scontata l’accoglienza dei colleghi di partito, ricorderò sempre quella delle Unioni industriali dove andai a presentarlo. Per cui, auguri!

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→  settembre 17, 2014


Corruzione a norma di legge. La lobby delle grandi opere che affonda l’Italia.
di Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri
Rizzoli, 2014
pp. 235


MoSE, Expo e Tav. Tre casi di scuola sulle “poche parole che valgono milioni” analizzate da Giavazzi e Barbieri

Di corruzione si può scrivere con la lente del magistrato, con i modelli dell’economista, con la gioia perversa del moralista. Se ne può scrivere anche con amore e dolore, amore per una delle più straordinarie città del mondo, dolore per gli scempi, morali e fisici, che in suo nome si sono compiuti: Venezia. E’ quello che fanno Francesco Giavazzi e Giorgio Barbieri in “Corruzione a norma di legge”.

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