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→  giugno 17, 2015


Al direttore.

Decidere di cambiare i vertici di una delle più grosse istituzioni finanziarie del paese (la Cdp ha un attivo di 400 mld) con un anno di anticipo rispetto alla scadenza naturale è un fatto clamoroso. Tempestività di informazione e trasparenza su ragioni e obiettivi erano dovute all’opinione pubblica, ai civil servant che vi hanno lavorato senza demeritare; era dovuta al mercato: Cdp non è quotata in Borsa, ma investe e potrebbe investire in aziende anche quotate. (Dell’”atteggiamento anguillesco” di Banca, banche, e fondazioni ha scritto il Foglio di ieri). Ma arriveremo a scusare l’opacità se alla fine avremo chiarezza.

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→  giugno 15, 2015


Il capitale sociale chi non ce l’ha non se lo può dare. Caro, Renzi, ecco perché un’Unione federale in Europa non curerebbe i vizi greci e nemmeno quelli (minori) italiani

Davvero la lezione dalla vicenda greca, comunque vada a finire, è che bisogna fare un passo avanti verso un’ulteriore cessione di sovranità, un‘unione fiscale e politica, con un proprio bilancio capace di assorbire gli choc, con un politico e non un tecnocrate al governo dell’economia, come dice Sandro Gozi, sottosegretario con delega agli affari europei? (la Repubblica 12 giugno)

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→  maggio 19, 2015


Ben scavato, vecchia talpa!”, dicevano una volta i compagni. Adesso il comunismo è morto, e neanche la talpa si sente più tanto bene. Viene in mente leggendo che Enel, municipalizzate, Terna, alla notizia che Matteo Renzi è disposto a mettere soldi pubblici per dare a tutti gli italiani la banda larghissima, si son fatti avanti per dare una mano al premier per vincere la cocciutaggine di Telecom Italia. Tutti telefonisti? Manco per sogno, tutte talpe, tutti scavatori di cunicoli per i loro cavi dell’energia elettrica. Farci passare anche la fibra non costa molto, e con un po’ di soldi dal governo, un po’ da Telecom che dovrà connetterla alla sua rete, ci si può cavare la giornata: e far contento il governo.

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→  maggio 13, 2015


Piazzetta Cuccia si chiamava Via Filodrammatici, Antonio Fazio in Banca d’Italia amministrava il suo piano regolatore, le Fondazioni erano al massimo della loro ricchezza: era il capitalismo relazionale, e noi gli si scriveva contro. Non è certo perché in disaccordo col principio che si è rimasti più che perplessi quando Matteo Renzi, parlando a banchieri e imprenditori venuti ad ascoltarlo a Palazzo Mezzanotte, ha accusato “quel sistema che poneva la relazione come elemento chiave di un paese in cui giornali, banche, imprese, fondazioni bancarie, partiti politici hanno pensato che si potesse andare avanti tutti insieme dialogando e discutendo”. Se, come ha detto, “è morto”, perché maramaldeggiare?

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→  maggio 6, 2015


Al direttore

Chissà se nella riunione straordinaria del 23 aprile del Consiglio d’Europa per la “drammatica situazione nel Mediterraneo” si è parlato anche della sua straordinarietà. Sarebbe bastato guardare i numeri: nel periodo 2010-2014, mentre gli stranieri registrati nelle anagrafi comunali sono aumentati in misura modesta (20 per cento circa) e gli ospitati nei centri di accoglienza sono poco più che raddoppiati, coloro che sono sbarcati sulle coste italiane sono quasi 40 volte tanto. Per il 2015, l’aumento del 40 per cento registrato a tutto febbraio rispetto all’anno precedente, tenuto conto della stagionalità, lascia prevedere cifre inquietanti. La cifra del milione di persone che attendono di partire non è ancora una proiezione, ma non è più un’esagerazione. La drammatica differenza nei tassi di crescita indica che ci sono due tipologie di immigrazione, cioè che ai migranti “economici” si vanno progressivamente sostituendo i fuggitivi da guerre e sconvolgimenti politici. Dei 170 mila sbarcati nel 2014, 42.323 venivano dalla Siria, 34.329 dall’Eritrea, 9.908 dal Mali, 9 mila dalla Nigeria: l’aumento del flusso è tutto composto da persone che provengono da paesi devastati da crisi sanguinose.

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→  aprile 18, 2015


Qual è la vera consistenza della contrapposizione tra Commissione e Consiglio Europeo da un lato e governo greco dall’altro, che venerdì è tornata a far ballare i mercati con le Borse europee in rosso e lo spread tra Btp italiani e Bund tedeschi che ha lambito quota 150? Si trattasse di una questione economica, in un modo o nell’altro sarebbe già stata risolta: è chiaro che nessuno, tanto meno la cancelliera tedesca Angela Merkel, può accettare di avere più fronti aperti contemporaneamente, e che Ucraina e Stato islamico (Is) hanno peso e urgenza ancora maggiori.

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