→ Iscriviti
→  ottobre 17, 2017


Al Direttore.

Da fonti cinesi solitamente molto attendibili e con informazioni di prima mano apprendiamo che le autorità cinesi stanno osservando con crescente attenzione il continuo aumento delle importazioni di prodotti stranieri in Cina. Oltre alle automobili tedesche, sono ora finite sotto la lente delle autorità cinesi le importazioni di macchine utensili italiane. Le industrie straniere, in primo luogo quelle tedesche e quelle italiane, si considera. approfittano delle opportunità create dal dinamismo del mercato cinese. Un dinamismo frutto anche delle misure finanziarie messe in atto dal Governo e dalla Banca Nazionale Cinese, oltre che della industriosità e dei sacrifici del popolo cinese. Autorevoli membri del partito sostengono che è giunto il momento di “mettere a punto meccanismi per prelevare tributi sui ricavi effettuati” in Cina dalle aziende esportatrici. La proposta al vaglio delle autorità finanziarie e politiche è di “porre a carico di chi compera prodotti stranieri l’obbligo di effettuare una ritenuta secca d’imposta su tutte le somme corrisposte”” ai produttori. La cosa dovrebbe riguardare inizialmente le auto e i beni strumentali, per poi estendersi anche a beni con alto contenuto di valori immateriali, quali i prodotti di moda e design. 

leggi il resto ›

→  ottobre 3, 2017


Al Direttore

Si mettano pure tante stelle europee sulle nostre bandiere. Ma facciamo attenzione a quanti vogliono far passare per stelle quelli che in realtà sono buchi neri: in cui finirebbero inghiottiti bandiere, noi e perfin l’Europa.

Alcuni buchi neri sono in circolazione da tempo: uno si chiama Transfer Union. “Nicht in meinem Leben”, non succederà finché vivo, aveva detto la Merkel, e noi le auguriamo lunga vita. Non pensava all’AfD, che, se c’era, era fuori dal Bundestag; pensava alla CDU-CSU, che allora era un blocco senza crepe. Mutualizzazione dei debiti, eurobond, fondo di garanzia dei depositi sopra i 100.000 € prima che le nostre banche abbiano ridotto gli NPL e l’esposizione al rischio sovrano della Repubblica, manderebbero a pezzi il consenso che in Germania c’è ancora per l’Europa (e a casa il politico che lo proponesse). Senza contare che c’è un giudice a Karlsruhe.

leggi il resto ›

→  agosto 31, 2017


Al mondo musulmano serve un Concilio di Trento. E’ l’unica strada per fermare il fanatismo.

I fanatici che uccidono in nome dell’islam agiscono all’interno del perimetro dell’islam. [...] I seguaci dell’Isis applicano al Corano alla lettera, fanno di questo il fondamento stesso della loro vita quotidiana, e vogliono riprodurre integralmente la prima forma politica conosciuta dall’islam, il Califfato. Il loro universo è certo anacronistico, ma corrisponde a una realtà che è esistita 14 secoli fa. [...] I soldati dell’Isis giustificano le loro azioni con riferimento al Corano e si rifanno a un contesto particolare della storia dell’Islam, quello segnato dalle guerre del profeta Maometto a Medina. [Agiscono] sulla base di un principio scritto nero su bianco nel Corano [2:191]: ‘Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati”‘.

leggi il resto ›

→  agosto 17, 2017


Al Direttore.

Se li ricorda i mezzi escogitati per limitare (o eliminare) il potere televisivo di Berlusconi? Le polemiche e le dimissioni contro la legge Mammì, colpevole di consentire a Mediaset di fare concorrenza alla Rai? Il progetto Bogi, dare un punteggio a ogni pubblicazione o emissione, e porre un limite invalicabile alla loro somma? E le polemiche sulla legge Gasparri e sul Sic, il famigerato sistema integrato delle Comunicazioni, colpevole di non impedire al Caimano di controllare Telecom, le ricorda? Se mai, quod Deus avertat, dessero a Bassanini la rete Tim, pagandola quel che vale, se con quei soldi Vivendi comperasse Mediaset, non trova lei che la consegna nelle mani del suo proprietario, in moneta sonante, del bene su cui per trent’anni ci si è accapigliati e combattuti e girotondati, sarebbe un esempio, di inimmaginabile perfezione, delle conseguenze inintenzionali degli atti intenzionali? Nel 2019 ricorre il 120esimo della nascita di Friedrich von Hayek: pensarci, siamo in tempo.
ARTICOLI CORRELATI

Scorporo rete Tim, vale davvero la pena di rischiare?
di Francesco Vatalaro – CorriereComunicazioni, 16 agosto 2017

→  agosto 9, 2017


Certo, non c’è il due senza il tre. Certo, omne trinum est perfectum. Ma la Santissima Trinità delle reti proprio no. Più che una bestemmia, è un’eresia: la rete telefonica non potrà mai “procedere” da quella elettrica e del gas, per la sostanziale natura che da quelle la differenzia. Infatti, mentre l’energia elettrica è prodotta in centrali, il gas viene estratto da pozzi, e l’una e l’altro trasportati agli utilizzatori finali, in una rete telefonica i prodotti – voce e dati –sono creati dai clienti che se li scambiano tra loro. La rete fisica – rame, cavo, fibra, ponti radio, centraline- è una cosa distinta dalla rete logica che, tramite calcolatori e programmi software, assicura che la comunicazione sia spacchettata all’origine, convogliata e reimpacchettata a destinazione senza errori.

leggi il resto ›

→  agosto 1, 2017


Everybody lies.
Big Data, New Data, and What the Internet Can Tell Us About Who We Really Are.

di Seth Stephens-Davidowiz
HarperCollins, 2017
352 pagine

“Non è che Internet ci fa vivere in una bolla cognitiva, con pareti sempre meno porose alle influenze esterne, dove diventiamo sempre più chiusi sulle nostre idee?” In modo dubitativo, me lo sentii chiedere da uno studente, alla fine di una lezione nell’àmbito del programma dell’Istituto Bruno Leoni per le scuole. In modo assertivo, è quello che sostiene Salvatore Bragantini sul Corriere della Sera del 30 Luglio: per lui “Internet mette a rischio la nostra democrazia”. Dubbio o una certezza che sia, il modo per verificare se hanno qualche fondamento nei fatti, era finora l’indagine demoscopica: si seleziona un gruppo di persone in modo che formino plausibilmente un campione della società che si vuole analizzare, gli si fanno delle domande e se ne studiano le risposte. Il metodo è costoso, tanto più quanto più cerca di essere preciso, e soprattutto è esposto a un rischio inevitabile e non misurabile: ciò che l’interrogato risponde (ad esempio sulle proprie intenzioni di voto), è altro da ciò pensa, e questo da ciò che realmente farebbe. Perché mentiamo tutti, mentiamo agli altri perché mentiamo a noi stessi. “Everybody lies” è il titolo del libro di Seth Stephens-Davidowiz, 300 pagine di esempi di come l’analisi dei dati, una disciplina che richiede solide competenze statistiche e matematiche unite a intelligenza sociologica, consenta di rispondere a questo genere di domande: risposte quantitative, mirate per categorie di persone (età, sesso, luogo, religione, educazione), e scevre dal rischio della menzogna. Quando, protetti dall’anonimato della ricerca su un motore di ricerca, invece di rispondere a domande di altri, cerchiamo risposta a domande nostre, noi lasciamo tracce di desideri e di preoccupazioni, di associazioni di idee e di istinti. Big Data è il siero della verità, a volte rivela verità di cui neppure siamo coscienti.

leggi il resto ›