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→  settembre 19, 1995


Da cinque anni, da quando cioè la legge Amato impose la separazione tra fondazìoni e banche e la loro trasformazione in spa, il problema di privatizzare le banche naviga nella nebbia. Allora, il 56 per cento del sistema bancario italiano era in mano pubblica, controllato da fondazioni, di nomina pubblica (cioè politica); così resta oggi, nonostante il governo Dini abbia chiesto alle fondazioni di scendere al 49 per cento di proprietà entro 5 anni, e insista con coerenza.

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→  agosto 17, 1995


Le privatizzazioni di Enel e Stet slitteranno all’anno prossimo e il governo è costretto a presentare, come improvvisate sostituzioni alternative che a suo tempo da più parti erano state suggerite. Ciò riconosciuto, una stranezza colpisce tuttavia nel gran dibattito sulle privatizzazioni: ogni battuta di arresto viene enfatizzata, mentre l’importanza delle indicazioni in senso favorevole viene sminuita.

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→  giugno 15, 1995


I referendum hanno punito errori tattici e strategici della sinistra. Tattici per aver proposto un confronto in condizioni prevedibili e di cui è quindi inutile lamentarsi. Strategici per avere confusamente sovrapposto due problemi reali, (la concentrazione industriale e il conflitto di interesse), impropriamente usandoli per cercar di battere un avversario politico. Errori nati da un’enfatizzazione eccessiva del potere del mezzo televisivo sull’autonomia di giudizio dell’elettorato,che ha invece risposto con chirurgica precisione ai quesiti referendari. Di tutto ciò Massimo D’Alema sembra essere perfettamente cosciente, e si spera che ad analoghe riflessioni siano indotti gli estremisti, di sinistra e di centro.

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→  maggio 20, 1995


Intervista di Daniele Manca

Allora, finalmente i consumatori, gli utenti, i cittadini possono brindare all’arrivo della concorrenza anche nel settore delle telecomunicazioni?
«Non ne sarei così convinto», dice Franco Debenedetti, senatore fra i più attenti alle tematiche della competizione soprattutto nel campo delle nuove tecnologie.

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→  dicembre 4, 1994


Appello di Franco Modigliani, Paolo Sylos Labi­ni, Mario Baldassarri, Romano Prodi, Franco Debenedetti

Il premio Nobel Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Mario Baldassarri, Romano Prodi e Franco Debenedetti chiedono entro giovedì prossimo ade­sioni presso il «Corriere della Sera» al­la seguente dichiarazione.

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→  dicembre 4, 1994


L’appello

Il premio nobel Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi e Franco Debenedetti chiedono entro giovedì prossimo adesioni presso il Corriere della Sera alla seguente dichiarazione:

“Lo stralcio delle misure di riordino previdenziale, concordato tra governo e sindacato, elimina dalla manovra finanziaria l’unico intervento strutturale e lungimirante, e cioè quelle misure che miravano a ristabilire l’equità intergenerazionale, lungamente trascurata dai regimi precedenti. Le misure necessarie erano ben note ed erano state recepite seppur frettolosamente nel programma del Governo. Sarebbe stato necessario affiancare alla riforma previdenziale altre misure per correggere il vero difetto della legge, quello di far gravare gran parte della riduzione del fabbisogno sui pensionati. Invece Governo e sindacati hanno scelto di abbandonare la riforma unendosi in un patto miope contro le generazioni future, che non votano e non scendono in piazza. Analogo discorso vale per i problemi di sanità e istruzione, colposamente trascurati. È essenziale che governo sindacati e Paese non rinviino ulteriormente ma portino a conclusione il discorso che avevano saggiamente aperto, invece di riprendere la disastrosa politica del rinvio”

Franco Modigliani, Paolo Sylos Labini, Maria Baldassarri, Romano Prodi, Franco Debenedetti