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→  luglio 7, 2002


Franco Debenedetti, rappresentante dell’area liberal della Quercia, ha scelto di non andare a Genova. E spiega: «Il movimento no global si fonda su idee e analisi sbagliate, non utilizzabili per una sinistra di governo. Bisogna quindi parlare ai giovani sedotti da quelle idee e usati da quei movimenti: le loro generosità e idealità sono un bene prezioso. Ma bisogna farlo scegliendo le occasioni in cui la contestazione non prevale sulla disponibilità a discutere». E in merito alla presenza diessina a Genova, aggiunge: «Se ci si va, non si può non dire che le violenze ci sono state sia da parte dei manifestanti che da parte delle forze dell’ ordine»

→  giugno 10, 2002


«Sergio Coffera­ti è stato un grande leader sinda­cale. Che ha perso però un’occa­sione storica e ha impresso an­che una battuta d’arresto alla linea politica della sinistra».

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→  maggio 19, 2002


Intervista di G. Sar.

«Lo dico da uomo di sinistra: scio­perare è un diritto, però occhio alle conse­guenze economiche, perché alla fine si paga il conto». Franco Debenedetti, senatore dei Ds, guarda con preoccupazione alla lunga serie di stop nei servizi pubblici.

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→  marzo 27, 2002


Tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di interventi disciplinari

Caro direttore,

tra i compiti dei gruppi parlamentari non rientra certo quello di “interventi disciplinari”. Tanto meno sull’Unità. Non non li ho quindi mai ipotizzati, come invece sembrerebbe dalla dichiarazione attribuitami nel box a pag. 4 del Corriere di ieri.

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→  marzo 24, 2002


Intervista di Giuliana Ferraino

«Un chiodo troppo piccolo a cui appendere una manifestazione troppo grande». E’ l’immagine che Franco Debe­nedetti usa per sottolineare la «spropor­zione» che osserva tra la reale portata del­le modifiche che il governo vuole introdur­re per modificare l’articolo 18 e l’entità del­la protesta. Il senatore diessino, a suo tem­po autore di una progetto di riforma dell’articolo 18, vede però, due conseguenze della dimostrazione organizzata dalla Cgil ieri a Roma. La prima per il sindacato, che «impostando tutta la protesta sul­la difesa assoluta di un diritto, rinuncia ad essere protagonista nelle riforme impor­tanti». L’altra per la sinistra, che «si ricom­patta e trova un leader, ma su una linea che ben difficilmente le consentirà di ritornare a governare questo Pae­se». Anche il governo, però, esce sconfitto dallo scontro, perché «si è infilato in un vico­lo cieco, senza saper affronta­re i grandi temi per moderniz­zare il mercato del lavoro».

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→  febbraio 2, 2002


Intervista di Dario Di Vico

«Al prossimo consiglio di amministra­zione della Rai va affida­to un mandato esplicito di studiare e mettere a punto un progetto di pri­vatizzazione della tv di Stato. Questo è il modo per fare un passo in avan­ti e lasciarsi alle spalle di­battiti puramente ideolo­gici». Il senatore diessi­no Franco Debenedetti sta seguendo con atten­zione lo sviluppo del di­battito sugli assetti del sistema radio-televisivo e pensa che la sinistra debba avere l’ambizione di giocare un ruolo attivo nel processo di privatiz­zazione.

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