→ marzo 20, 2011

di Valentino Paolo
L’allarme. Kenneth Minogue e i guasti del Welfare. Lo studioso liberista accusa il nostro modello sociale di provocare enormi oneri finanziari e infiacchire i cittadini sul piano etico. La sua requisitoria conservatrice sta provocando una discussione molto accesa nel mondo anglosassone
Nel 1963, un professore australiano trapiantato in Inghilterra, docente di Scienze politiche alla London School of Economics, pubblicò una denuncia severa e coraggiosa del progressismo radicale. Scritto in totale controtendenza allo Zeitgeist del tempo, la fede incondizionata negli effetti benefici della mano pubblica, The Liberal Mind (ora tradotto in italiano da Liberilibri con il titolo La mente liberal) puntava l’indice contro «la nozione che la storia richieda il perfezionamento della società umana» e che i governi, nel perseguimento di questo ideale, debbano «provvedere per ogni uomo, donna, bambino e cane condizioni decenti di vita». Attenzione, ammoniva la giovane Cassandra, «una popolazione che affidi il suo ordine morale ai governi, per quanto impeccabile sia la motivazione, diventerà dipendente e servile». È passato quasi mezzo secolo. Ma Kenneth Minogue, oggi magnifico ottantenne e professore emerito dell’ università londinese, non molla l’argomento.
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→ marzo 6, 2011

di Hyung Song Shin
“Risk and Liquidity” di Hyung Song Shin è l’analisi dei meccanismi endogeni con cui i fenomeni si propagano e si amplificano all’interno del sistema.
Per studiare il comportamento del sistema finanziario Shin fa largo uso di modelli, ma la sua limpida descrizione dei fenomeni è accessibile a chi non si lascia scoraggiare dal formalismo matematico.
Risk and Liquidity
di Hyung Song Shin
Oxford University Press, UK
Luglio 2010
ARTICOLI CORRELATI
Da ogni boom crisi inaspettate
di Franco Debenedetti – La domenica del Sole 24 Ore, 06 marzo 2011
→ febbraio 18, 2011

di Francesco Forte
1. Il 30 Aprile 1993, davanti all’Hotel Raphael, il popolo viola d’allora lanciò un cesto di monetine contro Bettino Craxi, il pentapartito e la prima Repubblica. Era l’inizio dell’operazione giustizialista, a cui è seguita la cannibalizzazione e la svendita della maggior parte dell’apparato di grandi imprese italiane. Il gruppo Ferruzzi, Montedison Finsider, Italtel, T SME, Enichem, mentre Olivetti fu svuotata come impresa elettronica e trasformata in compagnia di telefonia cellulare e Telecom Italia, oggetto di scalate successive, non assumeva il ruolo di avanguardia tecnologica che, come campione nazionale, avrebbe potuto avere. Era stato, così, colpito il motore della crescita industriale italiana. L’apparato bancario imprigionato nella nuova gabbia delle Fondazioni bancarie risultava inadeguato alle funzioni di sostegno all’ investimento delle imprese sul mercato internazionale.
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→ febbraio 14, 2011

dal blog La nostra Storia di Dino Messina
Colbertismo è stato per un trentennio una parola con accezione negativa. In principio era Reagan e la deregulation, anno di grazia 1980. Trent’anni di liberismo sfrenato che sono naufragati nella grande bolla finanziaria scoppiata nel 2008. Con l’intervento del presidente Usa Obama per salvare banche e industria, la parola impronunciabile è tornata in auge. E così il nome di Jean Baptiste Colbert (1619-1683), il grande funzionario pubblico nato a Reims che fu per 40 anni al servizio dello Stato francese, e per circa un ventennio fu il controllore generale delle finanze sotto Luigi XIV, il Re Sole che nei decenni successivi alla morte del suo stimato ministro fece in tempo a rovinare le finanze dello Stato.
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→ febbraio 13, 2011

di François d’Aubert
Nella caccia ai colpevoli, avidità, arroganza e consumismo finiscono sotto accusa; parsimonia, prudenza e risparmio sono rivalutate: Colbert diventa un esempio. Riconoscimenti meritati, per l’uomo e per la politica di cui è l’eroe eponimo? “Virtù usurpata”, per François d’Aubert, che così sottotitola la ponderosa biografia di Colbert, pubblicata da Perrin.
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→ febbraio 6, 2011

Von Richard Wagner
Eltern ist es verboten, in der Erziehung ihrer Kinder Gewalt anzuwenden. Das Züchtigungsrecht wurde am 6. Juli 2000 aus dem Bürgerlichen Gesetzbuch gestrichen und den Kindern in Paragraph 1631 ein „Recht auf gewaltfreie Erziehung“ zuerkannt: „Körperliche Bestrafungen, seelische Verletzungen und andere entwürdigende Maßnahmen sind unzulässig.“ Das klingt gut. Und dennoch gibt es etwas, das als religiöser Brauch ausgeübt wird, sich aber wie eine Form von Gewalt ausnimmt und über das kaum jemand spricht, obwohl Jahr für Jahr in Deutschland Tausende von Knaben davon betroffen sind: die Beschneidung.
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