→ agosto 1, 2011

Nell’autunno del 1959 Piergiorgio Odifreddi varcò la soglia del Seminario di Cuneo. La sua intenzione era quella di diventare un giorno papa, e benedire da una finestra di Piazza San Pietro la folla estasiata. Ma presto imparò che “il cammino che porta al soglio pontificio è più accidentato e tortuoso di quanto un bambino avesse ingenuamente potuto immaginare”. E, soprattutto, che “per poter un giorno comandare bisognava iniziare subito a obbedire” e a essere rispettosi: cosa che già allora non gli piaceva particolarmente. Cinquant’anni dopo, il matematico impertinente ricorda quei tempi e, contenendo per una volta il suo abituale tono urticante e provocatorio, scrive con grande rispetto e sincerità a chi papa lo è diventato per davvero. Anche se, da scienziato, non abiura al dovere intellettuale di rimanere saldamente ancorato ai fatti della realtà fisica, storica e biologica. Ed è dunque costretto a confutare punto per punto il teologo Joseph Ratzinger, che crede invece in ciò che va “oltre” la realtà e sconfina nella metafisica, nella metastoria e nella metabiologia. In questa lettera si confrontano così due metodi, due atteggiamenti, due visioni del mondo. Da un lato il “comprendere per credere”, che accetta prudentemente di dar credito soltanto a ciò che si capisce e si conosce. E dall’altro il “credere per comprendere”, che si azzarda a scommettere su ciò che ancora non si capisce o non si conosce, nella speranza che tutto poi si chiarificherà o giustificherà.
Caro Papa, ti scrivo
di Piergiorgio Odifreddi
Mondadori, 2011, pp. 196
→ luglio 29, 2011

di Massimo Mucchetti
BTP nel mirino della speculazione
Il differenziale tra i Btp a 10 anni e i bund tedeschi è salito ieri fino al 3,37%. Di questo passo, in poche settimane, i tassi sul debito pubblico italiano potrebbero superare quelli spagnoli. Troppo alti per dare ancora fiducia. E allora la fuga dal rischio Italia potrebbe diventare un’eventualità concreta. Irrazionale, ove si consideri l’economia reale. Ma i mercati sono razionali solo nella fantasia degli economisti. Tipico, per esempio, l’effetto gregge. Di cui abbiamo appena avuta una dimostrazione con il riposizionamento di alcuni fondi americani e di assicurazioni tedesche e italiane.
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→ luglio 23, 2011

Intervista di Paolo Berizzi
«Il mio rapporto con Penati? Si è incrinato quando ho iniziato a criticare il sistema. Che era diventato una palude insopportabile. Se fai impresa — a Sesto, a Milano, a Parma, a Napoli, dappertutto — devi entrare nella palude. Altrimenti non lavori. I politici te lo dicono chiaramente. Vuoi un’autorizzazione? Devi pagare. Oppure te lo fanno capire in modo più nobile: perché non sponsorizzi il partito, dai…? Come se fosse una squadra di calcio…». E’ un torrente in piena Piero Di Caterina, il Grande Accusatore (assieme al costruttore Giuseppe Pasini) al centro dell’inchiesta per corruzione che ha travolto la ex Stalingrado d’Italia e messo nei guai Filippo Penati. Cinquantasette anni, origini pugliesi, big lombardo dei trasporti pubblici con la sua Caronte (150 dipendenti), oltre che «uomo di fiducia di Penati» e presunto ricettore delle tangenti destinate al politico, Di Caterina secondo la Procura è stato anche un «grande finanziatore del Pd».
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→ luglio 18, 2011

Recensione di Arnaldo Benini
Il 16 aprile scorso Enrico Bellone è morto poche settimane dopo l’uscita di Qualcosa, là fuori. Il libro, uno dei suoi migliori per rigore e interpretazione di dati sperimentali, è la conferma del suo approccio alle scienze naturali, in particolare alle neuroscienze, come riflessione essenziale dell’uomo su sé stesso. Esso è l’ultimo suo contributo alla liberazione della scienza dagli attacchi politici e metodologici delle filosofie idealistiche e pseudoheideggeriane, terrorizzate dal dominio della matematica e della scienza sul mondo, e dalle acrobazie speculative di tanta cosiddetta filosofia della scienza. Esse hanno fatto scrivere a Stephen Hawking che “la filosofia è morta, non avendo tenuto il passo degli sviluppi più recenti della scienza […]” Il significato della filosofia era per Bellone l’interpretazione umana della scienza.
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→ luglio 13, 2011

È impressionante l’elenco di aziende di proprietà dello Stato, o controllate dallo Stato, o a partecipazione dello Stato, o condizionate dallo Stato, che sono citate nelle cronache giudiziarie dei casi Bisignani, Milanese e Morichini.
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→ luglio 3, 2011

di Massimo Mucchetti
Con «Annozero» la tv di Telecom avrebbe problemi. E così Bernabé…
Due cattivi pensieri? Ecco il primo: il premier non è intervenuto su Telecom Italia per bloccare l’ ingaggio di Michele Santoro a La 7; è stato Franco Bernabé a usare la minaccia Santoro per stoppare il ministro Romani, che voleva inserire l’ esproprio della rete Telecom nella manovra sui conti pubblici. Un tale provvedimento avrebbe vanificato tre anni di resistenza dell’ azienda al governo e ad alcuni dei suoi stessi soci, Cesare Geronzi in primis.
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