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→  aprile 3, 2012

Law of unintended consequences
Because it is a building block of economic science,
It helps understand
how market economy works
The limits and consequences of economic policy

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→  marzo 28, 2012

In memoriam

In diesen Tagen, in denen wir versuchen, uns vollkommen bewusst zu werden, dass Ruth uns verlassen hat und dass wir von jetzt an ohne sie sind, habe ich mich öfters gefragt, welches ihr Geheimnis war, welche Eigenschaften sie so einzigartig, so einmalig machten. Das Wort, das mir in den Sinn kommt, ist Eleganz. Ruth ist vielleicht, von den Personen, die ich gekannt habe, die eleganteste.

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→  marzo 27, 2012

I fondamenti

Perché parlare di economia?
Pensare come un economista è componente dell’educazione
La scuola insegna come “funziona” il mondo

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→  marzo 5, 2012


Engineering the Financial Crisis:
Systemic Risk and the Failure of Regulation

by Jeffrey Friedman e Wladimir Kraus
University of Pennsylvania Press, 2011
pp. 224

Review by Antonio Foglia

One of my more politically and financially alert friends called my attention to Friedman and Kraus’s book, noting they had similar views to mine. Having so far only expressed them in one paper [1] and numerous newspaper articles, I realised from his tone the added credibility that comes from putting them in a book…

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→  marzo 3, 2012


di Giuliano Ferrara

Sarebbe una trasandatezza far finta di niente, via. Con le dimissioni di Berlu­sconi e l’avvento di Monti di qui alla prima­vera elettorale del 2013 è successo qualco­sa. E per far ripartire la democrazia politi­ca sospesa bisogna capire nella sostanza che cosa sia successo davvero. Fate come me, prendete un foglio bianco e segnate i punti di divisione degli scorsi vent’anni su una colonna, sull’altra gli obiettivi comuni ai governi di ogni segno e alle diverse cul­ture politiche, comuni a “tutti” (escluse le ali più radicali). Vedrete che, alla luce del­la crisi e del montismo tecnocratico, “tut­ti” è parola nuova.

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→  febbraio 26, 2012


di Alessandra Aracchi

Lentamente muore, Pompei. Al di là del clamore di crolli imponenti e fragorosi. Lentamente muoiono, gli scavi archeologici più famosi del mondo. Guardare, per credere.
Le tre foto che pubblichiamo qui sopra basterebbero da sole. Ma purtroppo sono soltanto un esempio. Appartengono ad un album fin troppo documentato e cospicuo. Sono state scattate qualche giorno fa. Obiettivi implacabili sopra un patrimonio dell’umanità gettato alle ortiche. Allo sbando. La parola manutenzione ordinaria non esiste nel vocabolario di chi gestisce oggi il patrimonio di Pompei.

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