da Peccati Capitali
E ora la rabbia: scatta qua e là la caccia ai manager. E’ una reazione sociale diversa da quella prevista. Era attesa la protesta del lavoro dipendente per la crisi economica, file dei disoccupati, cortei guidati dai sindacati. E ci si ritrova la rabbia populista del ceto medio, devastato nel patrimonio dalla crisi finanziaria e chiamato a pagare, con le tasse, il costo per uscirne.
In Europa si assaltano case e auto di manager superpagati, negli USA é alle stelle l’indignazione per i bonus elargiti da aziende salvate coi soldi dei contribuenti. Le proteste operaie, i governi sanno come contenerle: é un problema di assistenza e di ordine pubblico. I ceti medi invece pongono un problema di consenso politico: al Congresso passa un taglio del 90% ai superbonus, si propongono tetti agli stipendi. Così si resta presi in contraddizioni inestricabili: da un lato, si eccitano gli animi proponendo provvedimenti vessatori contro i banchieri, dall’altro lato si offrono ai privati consistenti vantaggi perchè partecipino al piano Geithner di salvataggio del sistema bancario. Da un lato si chiedono nuove regole, più controlli e più pene: dall’altro si lede la certezza del diritto con leggi fiscali retroattive. Che così si evitino crisi future, é dubbio; che si renda la ripresa più lontana e stentata, é certo. Per Marx, i proletari avrebbero distrutto il ceto medio: c’è il rischio contrario, che sia il ceto medio a danneggiare ancor di più i proletari. I Governi che, per conservarsi il consenso, cedono al populismo, commettono peccato capitale. Ma la penitenza, tocca farla a noi.
aprile 1, 2009