Con la scomparsa di Silvio Berlusconi si chiude un’era della politica italiana.
Delle sue luci ed ombre parla Franco Debenedetti, presidente di IBL e già senatore della repubblica, in una nuova intervista Leonifiles.
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A.B.
1 anno fa
Caro Franco,
Non sono molto d’accordo con la valutazione del Berlusconi, che considero una tremenda disgrazia per l’Italia. Mi sono rallegrato, e molto, di vederti in gran forma! Complimenti, grazie per l’invio dell’intervista e auguri.
M.S.
1 anno fa
Grazie Franco, mi ricordo benissimo la tua battaglia: ma la verità è che il centrosinistra, senza l’antiberlusconismo, prima di Renzi non aveva niente da dire.
Un abbraccio, a presto.
A.A.
1 anno fa
Caro Franco
Ho ascoltato con molto interesse la tua intervista all’Istituto Bruno Leoni ma con un certo rammarico devo esprimere un marcato dissenso. La mia impressione è che nel valutare l’operato di Silvio Berlusconi si utilizzino gli stessi argomenti che i nostalgici del fascismo usano per valutare l’azione di Mussolini: positiva fino alle leggi razziali e poi incappata nella tragedia da lui non voluta della guerra. Cito alcuni esempi.
1) il fascismo non è stato sdoganato da Berlusconi perché è ancora vivo e vegeto anche se sotto la veste più tranquillizzante dei nostalgici; al contrario il comunismo morto e sepolto dai tempi di Berlinguer, è stato “ridoganato”, scusa la brutta espressione, attraverso l’invenzione di un pericolo immaginario che tra l’altro risulta gravemente offensivo verso le popolazioni della Venezia Giulia che il comunismo vero lo hanno sofferto duramente.
2) sulla giustizia il principio oramai condiviso dalla destra e dalla sinistra parte dalla norma costituzionale secondo il quale l’imputato è innocente fino a sentenza definitiva, per arrivare alla bizzarra conclusione che Craxi, condannato per corruzione dalla Corte di Cassazione, è stato un martire. Personalmente ho ricevuto 3 avvisi di garanzia per avere denunciato i colpevoli di violazione delle norme antincendio nell’appartamento dove abito e di una truffa ai miei danni da parte di una avvocatessa che ricopre anche l’incarico di assessore nel comune di Fiuggi. Un capovolgimento totale del principio secondo il quale il colpevole dovrebbe essere sanzionato e la vittima risarcita. Capovolgimento il cui merito è tutto del cavaliere e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti: la magistratura dopo la stagione gloriosa della lotta alla mafia e alla corruzione ha letteralmente tirato i remi in barca.
3) quanto alla fine del monopolio televisivo mi permetto di ricordare che le liberalizzazioni e le privatizzazioni non sono state fatte dalla destra ma dai “comunisti” Prodi e Bersani i quali da queste operazioni non hanno guadagnato una lira, al contrario del Cavaliere che con la fine del monopolio Rai ha realizzato un monopolio televisivo tale da fare invidia perfino a Ceausescu. Altro che rivoluzione liberale.
4) c’è poi un aspetto completamente dimenticato e cioè quello dell’ambiente. In questo campo l’attenzione del cavaliere è stata praticamente prossima allo zero assoluto in quanto coerente con il principio del “vivi alla giornata tanto del doman non c’è certezza”. E tuttavia la responsabilità delle catastrofi che viviamo quotidianamente ricade interamente sul PD che aveva al suo interno una associazione di ecologisti (gli Ecodem) e che ha letteralmente buttato alle ortiche per non disturbare i petrolieri che portano anche loro qualche voto.
5) come sai bene i creditori non hanno alcun colore politico, essendo interessati unicamente a riprendersi con gli interessi il denaro che hanno prestato ai debitori i quali, sia nello stato governato da Adamo Smith che in quello guidato da Carlo Marx, devono comunque pagare i debiti. Essendo persone “in bianco e nero” i creditori nel 2011 hanno capito che se si continuava di questo passo l’Italia sarebbe arrivata al default. Dunque l’accusa di un complotto della finanza internazionale per far fallire il paese che doveva pagare i debiti è un autentico ossimoro.
6) ma l’aspetto più sconcertante della storia di questo personaggio è rappresentato dalle pulsioni verso le bambine maggiorenni cui ha rovinato letteralmente la vita avendole utilizzate per i suoi bisogni con le promesse di una carriera nella politica o nello spettacolo. Ecco perché l’Italia è divenuta lo zimbello del pianeta tanto è vero che un settimanale conservatore come l’Economist lo aveva paragonata ad un pedalino nauseabondo.
Potrei continuare ma mi fermo tanto oramai la normalizzazione si è compiuta e quindi il destino del nostro paese è definitivamente segnato. Naturalmente mi auguro di sbagliarmi ma se sbaglio mi si deve dire dove.
F.R.
1 anno fa
Caro Franco abbiamo ascoltato attentamente le tue parole che condividiamo completamente. Aggiungo tre doti che hanno contribuito al suo successo popolare : la generosità , la capacità comunicativa e la passione per il calcio . Grazie infinite per aver condiviso con noi queste riflessioni . A presto
M.T.P.
1 anno fa
Caro Franco,
avevi ed hai ragione. L’antiberlusconismo militante da te combattuto ha obnubilato la sinistra che è stata incapace di elaborare un progetto per il Paese.
Le conseguenze le conosciamo.
Un caro saluto.
G.P.
1 anno fa
Caro Franco,
ho ascoltato l’intervista che gentilmente mi hai segnalato e te ne ringrazio. Condivido tutto e integralmente quello che hai detto su Berlusconi e la sinistra. Ti ricordo solo che lo spread che aprì la strada a Monti non salì a 200, ma superò nella sua acme i 574 punti, e fu il risultato non solo delle politiche di Berlusconi, ma anche delle manovre del sistema bancario internazionale, e soprattutto della Bundesbank, sulle quali non mi sembra però il caso che io mi dilunghi più di tanto. Voglio invece aggiungere qualcosa a quanto da te detto sul rapporto tra Berlusconi e Monti e in particolare all’eleganza e alla rapidità con cui permise l’avvento del governo di quest’ultimo di insediarsi. A quanto da te sacrosantamente ricordato aggiungerei anche che, successivamente al passaggio del campanello, tutto quello che Monti decise e attuò per la salvezza del paese fu possibile grazie all’atteggiamento favorevole della maggioranza parlamentare di Berlusconi, che continuò a decidere in parlamento se approvare o meno quanto Monti propose. Fu quindi non solo eleganza da parte di Berlusconi, ma un alto senso di responsabilità che continuò per tutta la durata del governo Monti e della quale non sento molto parlare in giro neppure dai berlusconiani di ferro.
Grazie ancora e cari saluti.
E.B.S.
1 anno fa
Caro Franco,
grazie del messaggio. Condivido.
M.B,
1 anno fa
Caro Franco
mi piacciono i tuoi bevi commenti.
C’è un concentrato di saggezza.
Grazie
A presto
I.C.
1 anno fa
Caro Franco,
non sono d’accordo: è come dire che grazie alla guerra abbiamo fatto passi in avanti nella tecnologia. Li avremmo fatti comunque, anche senza la guerra ( e senza Berlusconi).
Un caro saluto.
S.Z.
1 anno fa
Caro Franco,
condivido le tue idee. Il personaggio è controverso, ma ha sbloccato tanti tabù della politica e delle istituzioni italiane e innescato una nuova fase storica.
Sul piano imprenditoriale ha avuto la capacità con tutti i mezzi di creare una grande impresa delle comunicazioni, mettendo perfino sotto scacco Bolloré.
Se passerò da Londra e se ci sarai, ti verrò a trovare per un breve scambio di vedute.
A presto
A.C.
1 anno fa
Grazie.
L.M.
1 anno fa
Si, ho letto il Foglio di oggi e condivido Minuz, Cerasa e naturalmente Ferrara.
L.F.
1 anno fa
Temo di condividere. Dietro a tutto quei po’ di male che si può e deve dirne c’è uno dei personaggi forti della politica italiana. Ne abbiamo avuti pochi. La partecipazione così estesa di moltissimi ne è buona riprova.
C.F.
1 anno fa
Carissimo Franco,
ti ho letto ed ascoltato come sempre con apprezzamento.
Ho però due osservazioni, la prima marginale e la seconda più sostanziale che tengo a parteciparti nell’assai probabile caso ti capiti di tornare sul tema.
Quella marginale: segnali a un certo punto, con enfasi, che Berlusconi fu “riabilitato”. Il termine ha un significato preciso nel diritto penale e a me pare che non fu questo il caso di SB; condannato per frode fiscale subì l’interdizione biennale dai pubblici uffici e nel contempo divenne incandidabile per 5 anni a mente della legge Severino; gli fu possibile candidarsi alle Europee del 2019 perché erano scaduti quei 5 anni, tutto qui. Aggiungo che per il semplice cittadino “riabilitazione” non ha un significato tecnico giuridico, ma quello traslato di “reintegrazione di una persona nella stima, nell’onorabilità e nella reputazione perdute in seguito ad azioni disonorevoli o a giudizi infondati”. Si presta dunque ad equivoco.
Quella sostanziale: da liberale l’essenza delle tue note e della tua intervista sta nel rimarcare il ruolo decisivo avuto da Berlusconi nel concorrere alla rottura del monopolio pubblico radiotelevisivo. Ma ascoltandoti si ha l’impressione che tu attribuisca questa rottura alla fase successiva al 1993 (c.d. seconda Repubblica). Non è così, però.
Ti parlo di cose vissute in prima persona: ho concorso a fondare una delle prime Radiolibere d’Italia (a Firenze, 1975) e nel 1976 a una delle prime Telelibere, successivamente acquistata da Rete4 (Mondadori) e poi da Fininvest/Berlusconi quando il Cavaliere inglobò Italia 1 e, appunto Rete4 (la Mondadori non era ancora sua). Aggiungo che come dirigente di Telelibera Firenze partecipai anche a qualche riunione a Segrate e a Milano 2; ed ebbi la soddisfazione di “insegnare” ad alcuni dei grandi opinionisti Fininvest (Bocca, Biagi) come si poteva fare un commento in due minuti (avevo inventato col mio patron Mauro Ballini, proprietario di Telelibera e poi socio minore di Berlusconi) un commento che si chiamava “Novanta secondi, le opinioni che contano”: un commento quotidiano che – appunto – riuscivo a far durare non più di 90 secondi.
Questo ti racconto solo per dirti che stavo sin dall’inizio idealmente e praticamente (col mio lavoro: e perfino con alcuni scritti da ricercatore; e poi da giovane politico) nel campo diametralmente opposto rispetto al monopolio Rai e chi lo difendeva…
Ebbene: come dici giustamente, la grandezza di SB fu capire che la tv privata si sarebbe definitivamente affermata in Italia solo se avesse saputo essere dinamicamente e spregiudicatamente commerciale. A Rete4 pensavano a fare bei programmi; Berlusconi pensava a vendere pubblicità che funzionasse. Così assicurò il successo di Canale 5 e si mangiò giustamente gli altri (a partire dalla tv della Mondadori: e poi la Mondadori stessa!).
Tuttavia: (a) anche da un punto di vista giuridico-giudiziario la rottura del monopolio avviene prima sulla base di un paio di (prudentissime) sentenze della Corte poi grazie alla scelta audace di tre decreti legge di Bettino Craxi, 1984-1985 (successivamente sostanzialmente legittimati da un’altra sentenza della Corte: quella che fece seguire alla liberalizzazione locale, 1976, la liberalizzazione a livello nazionale); (b) fu poi il governo Andreotti VI, a varare, ministro il mio compagno di partito dell’epoca Oscar Mammì, la legge di disciplina del sistema misto fondato sui due poli contrapposti a tre reti ciascuno (Fininvest/Rai).
Perciò, anche se il ruolo di SB è stato decisivo, il suo concorso alla rottura del monopolio in Italia (e quindi in Europa!: l’Italia fu pioniera) avviene in un secondo momento. Soprattutto fu un fatto meramente imprenditoriale. Non fu una realizzazione politica. E, ancora più importante, non ha a che vedere (o ha a che vedere solo di riflesso) con la “scesa in campo” di SB e la sua attività di uomo politico! Nel 1993-4 la tv privata era già affermata da molti anni e sancita dalla legge dello stato voluta dal pentapartito da oltre 3 anni! (Un ruolo ancora più decisivo andrebbe se mai riconosciuto a Bettino Craxi e in genere – appunto – volenti o nolenti ai leader del pentapartito; e ancor prima -per una volta- al movimento dal basso delle radio e tv libere che seppero cogliere quanto nella società era evidentemente andato maturando.)
Questo volevo dirti perché SB fu colui che seppe prima cavalcare (magistralmente) qualcosa che lo aveva preceduto; poi mettere a frutto quel che aveva costruito per entrare in politica. Ma la liberalizzazione non fu merito suo e certo giammai dei suoi governi e del Berlusconi politico.
Un caro saluto, scusa la lunghezza.
G.E.F.
1 anno fa
Grazie. Condivido.
L.E.Z.
1 anno fa
Caro Franco, voglio fortemente cercare di non parlare di Berlusconi prima che sia passato un po’ di tempo. L’unica cosa che mi sento di dire ora è che il suo bilancio pubblico è negativo. Abbracci.
B.B.
1 anno fa
Grazie a te Franco, sempre oggettivo, lineare e concreto;nulla da obiettare! L’intervista ha ricordato tramite te delle frazioni di tempo passato e delle situazioni corrispondenti che non so quando e se avranno quella soluzione che tu, il sottoscritto e tanti altri non possono che auspicare.
Un abbraccio e ti aspetto in altre interviste :-) ( o scritti)
S.P.
1 anno fa
Caro Franco parce sepultos ma sei troppo generoso nel tuo giudizio su Berlusconi. 1 condanna, ma 1 amnistia + 7 prescrizioni dopo condanne in 2 gradi di giudizio per reati gravi, oltre a 3-4 reati estinti per modifiche legislative introdotte con leggi ad personam, configurano un quadro che non meritava certo funerali di stato. Inoltre, il bipolarismo l’ha creato il maggioritario della Mattarella e non Berlusconi che semmai ci ha regalato il partito personale e il populismo. Quindi nessuna glorificazione! Per una volta il bravo Cerasa sbaglia il suo giudizio
C.C.
1 anno fa
Vero, caro Franco.
A.N.
1 anno fa
Come sempre interessantissimo.
Fammi sapere quando sei a Roma, così ci vediamo a cena.
E mi racconti.
Un grande abbraccio
M.M.
1 anno fa
Caro Franco, ti ho sentito. Condivido il il tuo assunto di fondo, anche se sono meno benevolo (ma solo un po’) sul personaggio. Ti sto per mandare un mio articolo apparso su Italia Oggi. Buone cose.
P.I.
1 anno fa
Sono esterrefatto : ‘la sua libertà coincidente con quella degli italiani’ !?!?!
ma stiamo parlando di Mandela o di un corruttore e truffatore espulso per indegnità dal Senato?
Andiamo , un po’ di senso della misura. Leggiamo la stampa internazionale!
R.T.
1 anno fa
Caro Senatore,
mi ricordo bene il suo approccio rispetto a Berlusconi, sensibilmente differente rispetto al resto del partito.
L’ho sempre molto apprezzato.
Molto cordialmente.
F.S.
1 anno fa
Bravissimo e saggissimo quello che dici
S.C.
1 anno fa
Caro Franco, lo ricordi bene: ci ha deluso con la promessa della rivoluzione liberale (alla quale secondo me credeva), ma ha avuto i meriti che ricordi, oltre che essere una persona di buone maniere, il che da solo oggi li fa apparire come un gigante,!
Quanto alla sinistra, la caricaturale ripetizione di oggi dello stile di opposizione di allora alla destra, fa prevedere folle ancora più oceaniche all’uscita di scena (quando mai sarà ) del presidente Meloni,
carissimi saluti.
A.M.
1 anno fa
Ogni cosa buona che ha fatto è stata semplicemente un effetto collaterale da lui non voluto di cavoli altamente suoi. Ha lasciato un deserto radioattivo del nostro modo liberale. Un narciso cinico e amorale, la cui formula imprenditoriale di successo era basata sulla corruzione, sia morale, sia economica.
Vale per tutte ciò che disse il grande Gaber: non temo Berlusconi in se, ma il Berlusconi che c’è in me. E soprattutto nel più vile dei popoli della terra: gli italiani, la vil razza dannata.
Riposi in pace, ma resta il male che ci ha fatto.
C.I.V.
1 anno fa
Grazie della segnalazione, caro Franco. Ascolterò molto volentieri la tua intervista sul sito. Concordo su molte delle tue considerazioni, anche se continuo a pensare che resti valido il tuo obiettivo di quelle lontane ma dirimenti campagne elettorali. Grazie.
G.S.
1 anno fa
Egregio Ing. Debenedetti,
Premesso, per correttezza, che ho votato, una volta nella mia vita e poi non più, Forza Italia all’inizio della saga Berlusconiana , mi sembra abbastanza sconfortante il rendermi conto di come , nell’attuale contesto politico che rispecchia un fedele campione di mente , cuore e pancia di buona parte ( per fortuna non tutta ) della popolazione attiva del nostro Paese, manchi la capacità di saper analizzare con nitidezza ed imparzialità gli eventi e gli uomini
Sono d’accordo che la rivoluzione Berlusconiana della comunicazione ha rappresentato un cambiamento epocale che da una parte ha permesso che alla televisione Italiana le ballerine avessero finalmente le gambe ( e non solo) ma soprattutto ha creato il terreno per una ” micro globalizzazione” nazionale antelitteram che ha dato un impulso formidabile all’attività commerciale prima che esplodesse, su scala mondiale , l’effetto internet.
Mi sembra anche che abbia anche intrappolato parte della sinistra nella ragnatela dell’ “anti” che è divenuto per anni uno sport di alta società anestetizzando ogni iniziativa proattiva.
Come sempre mi sembra che Lei abbia una lucidità, purtroppo non comune (lo dimostra il fatto che le sue considerazioni, asetticamente obiettive, non sono state espresse chiaramente né dagli anti berlusconiani e questo lo posso capire) ma neanche dai nostalgici che avrebbero avuto invece qualcosa da dire con un fondamento positivo. Molto chiara quindi la sua conversazione in streaming che sono riuscito ad ascoltare quasi completamente.
Ringraziandola un cordiale saluto.