«Barbara mia, sei la persona più bella, più intelligente, più generosa che potessi incontrare. A te devo le più belle fra le cose che ho avute e le migliori fra le cose che ho fatte; possa il pensiero di te aiutarmi a passare dignitosamente il tempo che ancora dovrò vivere senza di te», Franco Debenedetti dice addio con un lungo messaggio all’amore della sua vita, Barbara Ghella.
«I figli si uniscono al papà e ricordano con riconoscente amore la loro mamma – continua il messaggio –, i nipoti Diego Luis e Bianca Julia, Elia e Maya ricorderanno sempre l’allegria e l’affetto, il buon ordine e la fantasia della loro “Tempo”. Grazie a Elsa Margaria e a Giuseppe Segoloni per la straordinaria, quotidiana presenza; al professor Porpiglia e alla sua équipe, dottoresse Brizzi, Erovigni, Ragni che l’hanno professionalmente curata e amorevolmente seguita in questi mesi di sofferenza; alle infermiere della Clinica Fornaca e della Assistenza Famiglia e a Isabel».
Barbara era malata da alcuni mesi ma aveva sempre lottato con coraggio e con il conforto della famiglia, nel quartiere Crocetta a Torino. Donna generosa e sempre disponibile aveva dedicato la sua vita a cercare di cambiare il futuro. Anche per questo la famiglia ha chiesto di contribuire con donazioni alla Vidas, l’associazione Volontari Italiani Domiciliari per l’assistenza ai Sofferenti.
Head of Research di Interaction Design Institute Ivrea, Barbara aveva studiato architettura al Politecnico e design alla Scuola Politecnica di Design di Milano, prima di trasferirsi alla facoltà di Medicina e chirurgia di Torino. Nel 1991 con l’incontro con Bill Verplank a Palo Alto scopre l’interaction design, ambito nel quale lavora per dieci anni con successo. Dal 1999 al 2006 ha seguito il progetto dell’interaction Design Institute di Ivrea, dal 2006 al 2013 Id-lab, progetto di cui è stata fondatrice.
«Sei stata speciale Barbara – dicono ora i suoi colleghi –. Conoscerti è stato importante. Ti porteremo sempre con noi. Così come i tuoi insegnamenti».
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maggio 5, 2022