Authority per le Poste?
Ci pensa il ministero…

febbraio 15, 2011


Pubblicato In: Giornali, Vanity Fair


dalla rubrica Peccati Capitali

Le Poste? Un paradosso. La liberalizzazione dei servizi postali? Un kamasutra. Paradosso le Poste, perché sono una Banca che non può essere privatizzata, dato che fa anche il servizio postale; e sono un servizio che non può essere liberalizzato, dato che raccoglie anche risparmio.
Per fortuna che Bruxelles c’è, e ha decretato che i servizi postali vanno liberalizzati sotto la regia di un’Autorità indipendente, dal governo e dal monopolista. Che fare, dunque?

Tremonti non può permettersi di rischiare né che l’Europa ci multi, né che la liberalizzazione scappi di mano e metta in pericolo l’istituto da cui deve nascere la sua Banca del Sud. Per le Poste ci vorrebbe allora un’Autorità acrobaticamente ambigua, che sembri dominante e in realtà sia dominata.
La soluzione l’hanno pronta al ministero che fu dell’Industria, dove il nome è cambiato (Sviluppo economico), ma immutata è la voglia di inglobare le Authority: sarà la direzione che si occupa di Poste al ministero guidato da Paolo Romani a «trasformarsi» in Autorità indipendente.
A quell’abate che, per mangiar carne il venerdì, benediceva l’abbacchio (Ego te baptizo piscem: «Io ti battezzo pesce»), gli han dato i domiciliari: abuso di potere. Ma anche quello del nostro ministro è un tipo di violenza proverbiale, e perdipiù con un’Autorità minorenne: un vero peccato capitale.

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