«Accordo fatto» annuncia il senatore progressista Franco Debenedetti: entro questa sera la commissione industria del Senato dovrebbe varare in sede redigente l’authority per l’energia. Dopo l’accordo sull’autoproduzione raggiunto giovedì scorso (gli incentivi ai privati saranno estesi anche a gran parte delle nuove domande già istruite dal ministero dell’Industria, fino a 7mila megawatt complessivi) un’intesa è stata raggiunta anche sugli emendamenti proposti da alcuni senatori del Pds e della Lega, che chiedevano di inserire nel ddl anche l’istituzione dell’organismo di controllo sui settori legati alla comunicazione (compresi Tv e media). Il Pds sarebbe disposto a ritirare l’emendamento mentre la Lega lo trasformerebbe in un ordine del giorno impegnando comunque il Governo e il Parlamento a promuovere anche le altre authority (tic, trasporti e acqua) in tempi stretti.
Ad esprimere “soddisfazione” per le soluzioni concordate in commissione e a spiegare le novità dell’ultima versione del progetto è lo stesso Debenedetti, che nelle scorse settimane aveva sollecitato (in polemica con il ministro dell’Industria Alberto Clò) un controllo parlamentare più stretto sull’attività delle authority e sulle scelte legate alle privatizzazioni dei settori interessati.
«Si è trovato un corretto equilibrio» afferma ora Franco Debenedetti: in particolare «si è approvato un mio emendamento che obbliga il Governo a verificare in Parlamento le decisioni che intende assumere in materia di indirizzi fondamentali per le privatizzazioni». Quanto alla struttura del ddl «si è data una disciplina più analitica per il settore energetico» mentre per le telecomunicazioni «si sono date le norme generali, rimandando ad altre leggi la definizione dei confini tra regolazione del settore industriale e controllo degli assetti proprietari e dei contenuti delle trasmissioni televisive».
«L’istituzione delle autorità — osserva Debenedetti — dovrebbe rendere possibile anche un’importante opera di delegificazione». Consentirà infatti di liberare Governo e Parlamento da «minuziose e sovente tardive o incoerenti definizioni e aggiustamenti di norme». La nuova authority offrirà inoltre — aggiunge il senatore progressista — a operatori industriali ed utenti dei servizi di pubblica utilità «una sede dotata di idonei strumenti in cui gli interessi degli uni e degli altri vengano rapidamente composti».
marzo 14, 1995