Ho letto l’articolo di Alessandra Puato dal titolo «Fs, treni privati biglietti più cari», pubblicato sull’ultimo numero di Corriere Economia. I dati e i diagrammi forniti da Ferrovie dello Stato sembra non consentano dubbi: in Inghilterra e in Svezia, dove si è fatta la separazione tra binari e treni, viaggiare sui convogli regionali costa rispettivamente 8,1 e 11,7 euro per passeggero-chilometro con una crescita, tra il 2004 e il 2011 del 14%, a valori costanti.
Attenzione, dunque, separare è male e liberalizzare peggio. Chiaro? Mica tanto. Da quanto è trapelato dalla spending review, i trasferimenti diretti dello Stato alle Ferrovie sono poco meno di 4 miliardi di euro, oltre a quanto viene dato ai comuni per il trasporto pubblico locale. In un prezzo politico, per definizione quello del biglietto è soltanto una parte del costo totale: i confronti parziali non hanno senso.
Dagli stessi diagrammi forniti dalle Ferrovie dello Stato si rileva inoltre che, nonostante i prezzi, il traffico in Inghilterra è aumentato molto di più chein Italia. Come è possibile che più rincarano i biglietti e più la gente viaggi? Che conti la qualità del servizio? Che su questa influisca la liberalizzazione? Una cosa è certa: la gente non è stupida.
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«Fs, treni privati biglietti più cari»
di Alessandra Puato – CorrierEconomia, 18 giugno 2012
giugno 25, 2012