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→  febbraio 3, 2025


di Aldo Cazzullo e Roberta Scorranese
Franco Debenedetti: «Il caso dell’eredità di Vattimo? Caminada è innocente. Io a 92 anni non smetto di sciare»

Franco Debenedetti, è vero che a 92 anni va a sciare?
«Certo. Sulle Tofane. E a Dobbiaco».

Come si arriva alla sua età in piena forma?
«Mio padre è morto a 99 anni: una piccola beffa per uno come lui, che voleva arrivare a cento a tutti i costi».

Genetica, dunque?
«Non so. Posso però dirvi che bevo un bicchiere di rosso a pasto e mangio di tutto, tranne la testina. E ho sempre coltivato il piacere di scivolare nel sonno accompagnato da un bel libro».

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Pubblicato In: Corriere Della Sera, Giornali
→  gennaio 24, 2025


Al direttore.
L’11 gennaio, Stefano Cingolani ha scritto: “Non solo Musk. Anche Zuckerberg e Bezos si inginocchiano a Trump. Il nuovo corso del capitalismo americano. L’andazzo di questi ultimi tempi conduce dritti dritti al crony capitalism, il capitalismo clientelare. In Italia lo conosciamo bene. Per molti versi quello che sta accadendo a Musk e alla sua cricca ricorda la metamorfosi dei Condottieri, protagonisti dell’ultima fiammata del capitalismo italiano negli anni 80 che poi sono passati dalla concorrenza alla concessione governativa, dal mercato allo stato, dai maglioncini alle autostrade: Benetton, Berlusconi, De Benedetti”.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  gennaio 16, 2025

Con Furio Colombo, mancato il 14 Gennaio, eravamo diventati molto amici quando prima delle elezioni del 1996 l’avevo tempestato di richieste perché tornasse in Italia e si candidasse alle elezioni.

Cosa che fece con successo.

È primo firmatario (e io di seguito) della proposta di legge che nel 2000 istituì il 27 Gennaio come Giorno della Memoria.

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Pubblicato In: Varie
→  gennaio 14, 2025


Al direttore.
Avvicinandosi la fine della guerra, Thomas Mann, nel “Doctor Faustus”, scriveva: “Tutto muove e precipita verso la fine, il mondo sta sotto il segno della fine, almeno per noi tedeschi la cui storia millenaria, smentita, portata ad absurdum, sciaguratamente fallita e resa manifestamente erronea dal suo esito, termina nel nulla, nella disperazione, in una bancarotta senza precedenti, in una discesa all’inferno circondata da una ridda di fiamme assordanti. La spessa parete di quella camera delle torture in cui un potere indegno ha trasformato la Germania è crollata e la nostra vergogna è svelata agli occhi del mondo. E’ forse pura ipocondria dire a se stessi che ogni aspetto del carattere tedesco, anche la cultura tedesca, il pensiero tedesco e la parola tedesca sono stati colpiti e messi profondamente in discussione da questa infamante messa a nudo? Siano maledetti, maledetti quei portatori di distruzione che hanno iscritto alla scuola del male una specie umana in origine onesta, piena di senso della giustizia, solo un po’ troppo studiosa. Un po’ troppo incline a vivere di teorie! Ci furono anni in cui noi, figli del carcere, sognammo un anno di giubilo – il Fidelio, la Nona Sinfonia – per festeggiare il giorno della liberazione della Germania, della sua liberazione da se stessa. Adesso solo `l’Apocalypsis cum Figuris’ il frutto del patto diabolico di Adrian Leverkühn può esserci utile, solo quest’opera può sgorgarci come un canto dell’anima, il lamento del figlio dell’inferno, il più spaventoso lamento dell’uomo e di Dio che mai sia stato intonato su questa terra, un lamento che muove dall’individuo e si dispiega sempre più fino ad abbracciare per così dire l’intero cosmo”.

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Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  gennaio 10, 2025


Al direttore.
Dal 1870 il Papa è infallibile. Lo era anche nell’897, quando Stefano VI ordinò di riesumare il corpo del suo predecessore, Papa Formoso, morto da alcuni mesi. Il cadavere di Formoso fu rivestito dei paramenti papali, posto su un trono e sottoposto a un processo in cui Formoso fu accusato di usurpazione del pontificato; al termine il cadavere fu dichiarato colpevole, privato delle insegne papali, le sue decisioni furono annullate e il corpo fu gettato nel Tevere. Non c’è bisogno di ricorrere a tanto macabri precedenti quando si sentono provenire dal soglio di Pietro affermazioni e giudizi sulle attuali vicende di Israele che anche cattolici giudicano aberranti e non condivisibili. Bisogna ricordare che l’infallibilità del Pontefice si dà solo in circostanze specifiche: che parli come guida suprema della Chiesa universale (ex cathedra), che l’insegnamento riguardi la fede o la morale, che sia espresso con l’intento di vincolare tutta la Chiesa. Ma esiste lo scandalo, e questo turba non solo il popolo dei credenti: nel 2024 come nell’897.


Pubblicato In: Giornali, Il Foglio
→  dicembre 16, 2024


Franco Debenedetti. Due lingue, due vite.
I miei anni svizzeri. 1943-1945

di Franco Debenedetti
2024, Marsilio Arte

Due lingue: l’altra è il tedesco. Lo imparai per poter frequentare la prima e la seconda ginnasio di Lucerna, la città in cui vissi i miei anni svizzeri, da dicembre 1943 a luglio 1945.
Averlo imparato ha cambiato la mia vita, alla Kantonsschule incominciò il pellegrinaggio laico, mai poi interrotto, in una cultura conosciuta ed amata attraverso la sua lingua: da Goethe a Schiller, da Thomas Mann a Thomas Bernhard, ma anche, per estensione, da Bach a Schönberg, da David Kaspar Friedrich ad Anselm Kiefer. Fu col tedesco, che il bambino che riempiva i suoi diari con perfetta calligrafia infantile, diventò un adolescente sulle orme di un Wilhelm Meister.
Anche l’altra metà del titolo deriva da quella esperienza: Thomas Mann, nel Doctor Faustus, la mette in bocca ad Adrian Leverkühn, in cui egli personifica l’inventore della musica dodecafonica,: “in quegli anni la vita scolastica coincide con la vita stessa, l’una vale l’altra”.

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